Il complesso della villa romana di Torre, individuato e scavato in maniera non scientifica negli anni ’50 del secolo scorso, è stato successivamente oggetto di indagini puntuali ed interventi di restauro e manutenzione da parte della Soprintendenza negli anni ’80 e ’90.
Il complesso edilizio si contraddistingue per una valenza produttiva e residenziale testimoniata, oltre che dai materiali archeologici, dalla strategica collocazione in un’area ricca di risorse, ben collegata attraverso fiumi navigabili e importanti assi viari. Gli scavi condotti dal conte Giuseppe di Ragogna nel 1950 e le successive ricerche della Soprintendenza, a causa della lacunosità dei resti, consentono però di ricostruire solo in parte l’insediamento di Torre e il suo sviluppo nel tempo.
torreLa villa si struttura in un insieme di settori con diverse destinazioni d’uso, distribuiti nelle aree della bassura presso il Noncello, nel parco del Castello e in corrispondenza della chiesa parrocchiale.
L’edificio sembra caratterizzarsi per due principali fasi di vita: l’impianto originario, produttivo e residenziale di alto livello, può risalire al I sec. a.C. ed è seguito – dopo un periodo di parziale abbandono – da una più tarda occupazione prevalentemente produttiva.
torreIl settore meglio conosciuto, un’area di circa 1000 mq, è rappresentato dalle strutture rinvenute dal di Ragogna in corrispondenza dell’ansa del Noncello: qui si colloca la porzione occidentale di un impianto residenziale assai più esteso. Questa funzione è provata dalla presenza di stanze con pavimentazioni musive e soprattutto di un ampio vano con sistema di riscaldamento a ipocausto, di cui rimangono le pilae che dovevano sostenere il pavimento a suspensurae, che veniva riscaldato. Questo ambiente viene identificato come calidarium e tepidarium, parte cioè di un percorso termale.
torreIn questa fase, nell’area dell’attuale chiesa, posta più in alto, e lungo il pendio digradante verso il fiume, un ulteriore settore della villa è indicato dai resti di un grande terrazzo a emiciclo e alcuni terrazzamenti. La soluzione architettonica aveva anche la funzione, quasi scenografica, di esaltare il panorama segnato dal fiume Noncello. La ricchezza di alcuni materiali archeologici riferibili a questa fase, compresi vari importanti lacerti di intonaco finemente affrescati anche con scene mitologiche, hanno fatto ipotizzare che il proprietario della villa fosse un personaggio di spicco, forse non solo a livello territoriale.
torreDanni e modifiche caratterizzarono l’edificio nel II sec. d.C., in seguito a un evento alluvionale. La villa venne riattivata in età tardo antica e destinata a funzioni produttive, ma nel processo di ristrutturazione ci furono interventi anche invasivi: ad esempio la distruzione degli intonaci affrescati di cui abbiamo già parlato.
Tracce di ristrutturazione sono attestate anche lungo il pendio dell’altura e nell’area del parco del Castello, dove figurano resti di ambienti di servizio e piccole stanze destinate ad alloggi servili o magazzini e un portico. Le strutture oggi visibili presso il Noncello rappresentano l’area meglio nota dell’edificio anche per questa fase e sono parte della più ampia pars fructuaria della villa tardo antica. Al suo interno possono essere distinti settori destinati alla lavorazione di prodotti agricoli come grano o lino, alla loro conservazione ed essiccazione, alla spremitura dell’uva e fermentazione del mosto, all’immagazzinamento delle derrate in vista della commercializzazione, anche sfruttando il vicino fiume.
torreI materiali archeologici, compresi gli affreschi, sono conservati ed esposti al Museo archeologico del Friuli occidentale – Castello di Torre e sono elementi fondamentali della sezione dedicata all’epoca romana.

Foto aeree: Google earth pro. Le frecce indicano la localizzazione delle parti della villa scavate.
Foto: archivio eupolis

Fonte: Eupolis Studio Associato – http://www.eupolis.info/

Vedasi depliant allegato: Villa romana di Torre

Info:
Via Vittorio Veneto, 33170 Pordenone PN
Telefono: 0431 91016 – Direzione: 0431 91035 – Fax: 0431 91953
Da domenica 16 aprile riapre al pubblico. La parte esposta e visitabile del complesso è caratterizzata da un impianto termale e vari altri ambienti, che permettono di ricostruire la funzione e la ricchezza di questa struttura.
L’orario di apertura sarà dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e la visita guidata è prevista alle ore 11.00 (durata un’ora ca.).
L’ingresso è libero. È inoltre possibile prenotare al seguente link: http://bit.ly/eupolis_prenotazioni
Per i prossimi mesi sono previste le seguenti aperture e visite guidate:
-da maggio a settembre 2023: ogni domenica con orario 10.30-12.30
-da ottobre 2023 a marzo 2024: la prima domenica del mese con orario 10.30-12.30
Ritrovo:
https://www.google.com/maps/place/Villa+Romana+di+Torre+di+Pordenone/@45.9668161,12.6794887,17z/data=!3m1!4b1!4m6!3m5!1s0x47797caa4d8dbcab:0xe2722938371cb1fe!8m2!3d45.9668161!4d12.6816774!16s%2Fg%2F11gbfq8p24?hl=it

Bibliografia:
– A. Conte, M. Salvadori, C. Tirone, La villa romana di Torre di Pordenone. Tracce della residenza di un ricco dominus nella Cisalpina Orientale, Roma 1999.

Dipinto di Raffaello De Gottardo (https://www.ilfotomatico.com/pordenone-castelli-libro/)
Immagine degli scavi impiegata anche nel libro Pordenone Castelli. Il pittore Raffaello De Gottardo, oltre che aver realizzato il dipinto, ha collaborato, sotto la guida del conte Giuseppe di Ragogna (che tra parentesi è stato colui che ha iniziato Raffaello alla pittura), ai primi scavi. Sullo sfondo è ritratto com’era al tempo il Cotonificio di Torre di Pordenone.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza