Sino ad oggi sono alcune decine i villaggi risalenti all’età neolitica (V°-IV° millennio a.C.) individuati in Friuli. Tra questi, di particolare importanza è l’insediamento neolitico scoperto nel 1992 a sud di Piancada, nel territorio del Comune di Palazzolo dello Stella. In questo sito infatti le strutture preistoriche si presentano ben conservate e non intaccate profondamente dalle arature.
Le strutture preistoriche erano ben conservate, probabilmente perché l’abitato era stato impiantato su un dosso sabbioso, vicino all’antico corso d’acqua del fiume Stella, le cui esondazioni, coprendo le strutture del villaggio le salvarono dalle arature successive
I sondaggi effettuati hanno messo in luce pozzetti-silos analoghi a quelli scoperti negli altri abitati, canalette, fosse di varia forma e dimensioni, testimonianze del villaggio che circa 6000 anni fa si ergeva nell’area. Abbondantissimo il materiale litico rinvenuto, costituito quasi esclusivamente da centinaia di scarti di lavorazione delle selci. Ciò indica che tra le attività principali degli abitanti preistorici di Piancada vi era sicuramente la lavorazione di questo materiale, che giungeva qui dal Veneto orientale in forma di blocchi grezzi. Da esso si ricavavano lame ed altri strumenti che venivano poi “esportati” in altre zone del sito o forse nei villaggi vicini.

piancada

In alto la sepoltura della bambina di Piancada al momento del ritrovamento; in basso un’immagine dall’alto del sito neolitico di Piancada ed una fase dello scavo del canale (ph. A. Fontana e L. Ronchi, 2020)

Il ritrovamento di eccezionale importanza che quest’area ha concesso, tuttavia, è costituito dai resti di una sepoltura riferibile agli abitanti neolitici del villaggio. Di essa si conserva il cranio, parzialmente schiacciato dal peso del terreno, nonché alcune ossa degli arti. L’esame antropologico ha permesso di riferire questi resti ad una bambina di 4-5 anni di età. Essa era stata probabilmente deposta all’interno di una lieve fossa insieme ad uno scarico di centinaia di molluschi marini che ne avevano in parte ricoperto i resti. Questi molluschi, raccolti a qualche chilometro di distanza nelle acque salmastre della laguna, costituivano probabilmente una sorta di offerta funeraria alla piccola, analogamente ai frammenti di tre vasi rinvenuti non lontano dal capo.
Un campione di osso prelevato da uno degli arti inferiori ha permesso di datare al carbonio 14 i resti al 4500 circa a.C.
I particolari onori riservati al corpo della bambina hanno fatto ipotizzare che la piccola abbia rivestito un ruolo di rilevo nella comunità neolitica.
Il recupero dell’intera sepoltura e la sua esposizione nella Casa del Marinaretto di Piancada (vedi nota in calce), a poche centinaia di metri dal luogo del suo ritrovamento, hanno consentito di ammirare, per alcuni anni, il più antico reperto umano ad oggi scoperto in Friuli. In seguito l’intera sepoltura è stata trasferita e non se ne hanno notizie.
In epoche successive, la frequentazione del territorio di Palazzolo dello Stella da parte di gruppi umani è testimoniata nei periodi del Bronzo Recente e Finale e nella seguente età del Ferro (dal X sec. a.C. all’arrivo dei Romani), a cui sono da riferire i resti di un insediamento fortificato, uno dei cosiddetti “castellieri di pianura”, eretto da popolazioni paleovenete a controllo dell’attraversamento del fiume Stella. I resti della fortificazione (sulla riva sinistra del fiume, alla confluenza con il Canale Cragno) sono stati completamente smantellati e di essa rimane traccia solo nel toponimo Ciasteòn; in compenso, al suo interno sono state ritrovate abbondanti tracce della cultura materiale che sembrano ricondurre la frequentazione dell’abitato nell’ambito del V sec. a.C.
Nella zona occupata dall’odierno abitato di Palazzolo le testimonianze archeologiche romane si concentrano in due nuclei distinti. Il primo si localizza nell’area dell’attuale paese, dove vennero fatti in passato numerosi ritrovamenti già a partire dagli inizi del XIX sec. Se si osserva il tessuto urbano odierno del paese, si riscontra l’esistenza di uno schema regolare secondo cui le cinque strade principali sono disposte in modo parallelo ed equidistante. Tale reticolo, che sembra sottintendere un piano regolatore preventivo, risulta, inoltre, perpendicolare all’antico tracciato della via Annia.
Il secondo nucleo corrisponde ad una vasta zona posta sulle rive dello Stella, fra la ss 14 e la ferrovia. Qui si accertò la presenza di strutture (muri, pavimenti) pertinenti ad almeno due edifici, collocati l’uno sulla sponda destra e l’altro sulla riva sinistra del fiume.
Poco distante, vicino alla riva occidentale, fu scoperto un cippo miliare che riporta la distanza tra Palazzolo e Aquileia, dedicato all’imperatore Costantino e databile a dopo il 312 d.C. (anch’esso conservato e visitabile alla Casa del Marinaretto di Piancada).
Alla stessa altezza, furono individuati i resti sommersi del ponte della via Annia ; essi consistevano in due piloni, posti a circa 23 metri l’uno dall’altro, costruiti con grossi blocchi di pietra e laterizi su un terrapieno racchiuso da una palizzata lignea. Questo secondo nucleo potrebbe quindi identificarsi come l’area portuale, fornita di strutture a carattere commerciale, a servizio dell’abitato romano, coincidente con il primo nucleo.
Un miglio più a valle dell’area portuale, inoltre, è stato individuato sul fondo del fiume il relitto di un’imbarcazione di epoca romana con un carico di laterizi, probabilmente prodotti nel territorio circostante e destinati all’esportazione verso Aquileia o i centri costieri dell’alto Adriatico. Sfortunatamente dell’imbarcazione non è stato possibile recuperare altro che una delle assi che ne componevano lo scafo.

Bibliografia:
– FERRARI A. & PESSINA A. (a cura di), Sammardenchia e i primi agricoltori del Friuli, 1996, Tavagnacco (Ud).
– Archivio Androkonos – Archeologia: scoperta Principessa Bambina, è Italiana più antica – 1998;
– Alessandro Fontana e Livio Ronchi – Paesaggi sommersi in Alto Adriatico. Dalla pianura glaciale al futuro innalzamento marino – in Atti della Giornata di studi “Palinsesti programmati nell’Alto Adriatico? Decifrare, conservare, pianificare e comunicare il paesaggio” – 2020 – pp. 13-37;
– Fabio Cavulli – Abitare il Neolitico. Le più antiche strutture antropiche del Neolitico in Italia Settentrionale – Edizioni Muse – 2020 – pp. 136-137;
– Comune di Udine – Museo Friulano di storia Naturale – Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte Preistoria nell’Udinese – Testimonianze di cultura materiale – Casa Editrice Missio 1991.

Casa del Marinaretto di Piancada
Il frutto di queste ricerche ed alcuni tra i più importanti reperti recuperati nel corso degli anni dal fiume Stella, sono esposti al pubblico: manufatti che datano dalla preistoria al medioevo e soprattutto il carico del relitto Stella 1 (I d.C.), di cui è esposto anche un modello filologico.
Uno spazio a parte è riservato al miliario di Costantino che gli abitanti della Palazzolo romana vollero dedicare all’Imperatore durante il suo passaggio sullo Stella.
In una zona multimediale è invece possibile assistere alle complesse operazioni di scavo archeologico subacqueo, attraverso un documentario proiettato a ciclo continuo.
Lo Stella, da sempre navigabile, è stato una strada d’acqua frequentata per tanti motivi: commerciali, economici, militari e stanziali perchè rappresentava uno snodo strategico che intersecava sia il principale asse viario in epoca romana, la via Annia, sia perchè collegava la zona delle risorgive con la laguna.

Info:
Centro Artistico Culturale ArtPort c/o Casa del Marinaretto, via del Traghetto, 3 – Piancada di Palazzolo dello Stella (Ud) – tel. 043158344 – info@art-port.org
Biblioteca di Palazzolo 0431588421, e-mail: bibpal.sgn@cubenet.net

Vedi anche: Annia e romanizzazione del NE, 05.2020, di Antonio Martin

Vedi anche: Andrea PESSINA, Breve nota sull’ “Uomo di Piancada”, vai a >>>>>>> in Quaderni friulani di archeologia, n. IV / 1994

Periodo Storico: Preistoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza