
Mozium, nunc Abbatia, olim arx Chazzila: è la citazione che Bernardo Maria De Rubeis ci ha tramandato fin dal 1740.
Numerose, troppe per essere citate nei dettagli, sono le citazioni storiche e bibliografiche che parlano di un “insediamento” situato sul colle, precedente la costruzione dell’abazia nell’XI secolo: insediamento che viene denominano talora arx (= luogo elevato, rocca, fortificazione), talora castra (= accampamento, alloggiamento militare), talora oppidum (= luogo fortificato). Questi termini concordano nel definire una costruzione dalle caratteristiche di tipo militare o difensivo, non di tipo signorile o residenziale. Concorde, in tutti i documenti e in tutte le citazioni, a partire dal XII secolo, è il riferimento a Cacellino: figura chiave della storia di Moggio nel periodo in cui avvenne la trasformazione del sito, caratterizzato da manufatti di origini romane, a quello occupato dall’abazia.
Leggi tutto nell’allegato: Ipotesi sul Castello di Moggio
Autore: Bruno Lucci.
Inoltre: (da “I nove secoli di San Gallo crocevia di genti e saperi“, di Angelo Floramo, su www.messaggeroveneto.it, 20 gen 2018)
Non è certo se l’anno della consacrazione dell’Abbazia di Moggio sia il 1118 o il 1119 e gli studiosi più accreditati a livello internazionale ormai si accontentano di citare entrambe le date come possibili. In ogni caso quando ciò avvenne alcuni monaci, invitati dal patriarca di Aquileia Ulrico I, sciamarono dall’abbazia svizzera di San Gallo e costituirono sul colle di Santo Spirito la nuova famiglia monastica, portando con sé corredi, paramenti sacri, codici e manoscritti, specialmente musicali, essendo Sankt Gallen uno dei centri più fervidi e ricchi per la produzione di antifone, tropi e canti religiosi.
Rimane nell’ombra del mistero anche il mitico donatore, quell’ormai celebre conte Cacellino, cavaliere della potente famiglia bavarese degli Ariboni, che nel 1072, a Michaelbeuern, vicino a Salisburgo, compare fra i milites del patriarca Sigeardo, il fondatore assieme all’imperatore Enrico IV della Patria del Friuli (3 aprile 1077): un principe slavo che già possedeva diverse terre in Istria (Portole) e nella campagna friulana (il toponimo di Villacaccia di Lestizza andrebbe letto infatti come “Villa Chazellini”), e che probabilmente si rese responsabile di quel ripopolamento dei villaggi friulani bruciati qualche decennio prima dagli Ungari con coloni provenienti dalle sue terre. Il suo testamento, che compare come atto di donazione, è acclaratamene un falso, infarcito di anacronismi e pasticci che gli studiosi di diplomatica hanno negli anni bene evidenziato.
Nei secoli l’Abbazia di Moggio si fece un centro di straordinaria importanza sia per l’estensione dei territori ad essa soggetti, tra cui la vicina Val Resia, che per la sua riconosciuta funzione di maestra delle genti. Di qui transitarono chierici e dottori della Chiesa; entro il circuito delle sue possenti mura trovarono riparo pellegrini e viandanti che nei secoli attraversarono quella frequentatissima via che collegava il Baltico all’Adriatico passando attraverso la Valcanale e il Canal del Ferro e che in luoghi come questa abbazia si scambiarono cartigli e libri, accenti e idee costituendo quel fitto tessuto che oggi possiamo dire essere alla base della storia d’Europa, dei suoi popoli e delle sue genti.
Orario di apertura della Chiesa abbaziale : 7.00 – 12.00 / 15.00 – 19.00
Orario di apertura del Chiostro : 9.30 – 11.30 / 15.30 – 17.20
Orario delle funzioni, ogni giorno: dalle 5.00 alle 7.00: lodi; alle ore 9.00: ora terza; alle ore 11.45: ora sesta; alle ore 15.00: ora nona; alle ore 17.30: vespri; alle ore 18.00: Santa messa. Queste funzioni non hanno luogo il venerdì (Santa messa ore 7.30) e il giovedì (Santa messa ore 9.00).
Info: Via Riù, 2, 33015 Moggio Udinese UD – Tel/ fax : +39 0432 51510
http://www.moggioudinese.info/abbazia.html
Orario di apertura della Chiesa abbaziale: 7.00 – 12.00 / 15.00 – 19.00
Orario di apertura del Chiostro: 9.30 – 11.30 / 15.30 – 17.20
Orario delle funzioni: ogni giorno, dalle 5.00 alle 7.00: lodi; alle ore 9.00: ora terza; alle ore 11.45: ora sesta; alle ore 15.00: ora nona; alle ore 17.30: vespri; alle ore 18.00: Santa messa.
Queste funzioni non hanno luogo il venerdì (Santa messa ore 7.30) e il giovedì (Santa messa ore 9.00).