
Si raccolgono qui due siti, posti a breve distanza e con evidenze analoghe: Sedulis Nord e Sedulis Fornace.
La località Sedulis, compresa tra il corso del Lin a sud, il Molino di San Giovanni a est e la località Teghine a ovest, è una vasta area di terreno coltivato in cui almeno dagli anni ’50 del secolo scorso sono stati segnalati da parte di diversi cercatori, Pietro Ceolin tra i primi, affioramenti di industria litica di età mesolitica, neolitica ed eneolitica, di frammenti ceramici del Bronzo recente, di numerosi materiali romani.
Questi sono particolarmente concentrati all’estremo occidentale dell’area, al limite con la località Teghine, dove sono emerse numerose tracce che sembrano riconducibili all’attività di impianti fornacali per laterizi, particolarmente concentrate in due zone (Sedulis Fornace Nord e Sedulis Fornace Sud).
Nel sito, probabilmente da identificare con il sito “Le Teghine” segnalato da Giambattista Zuccheri nel 1869, diversi appassionati (Pietro Ceolin, Guglielmo Susanna, Alberto Botti, Bruno Trevisan) hanno recuperato monete, resti in metallo, ceramiche e soprattutto laterizi di età romana; tra questi sono attestati i bolli TENVG VRSI e L. VEDI CERIAL.
L’attività di fornace è direttamente attestata da resti di laterizi fortemente deformati e alterati dal fuoco. Un semiarco in mattoni documentato graficamente da Pietro Ceolin lungo la sponda del Lin è stato interpretato come resto di imboccatura di prefurnio, ma potrebbe trattarsi anche dei resti di un piccolo ponte; sempre Ceolin riferisce di aver riconosciuto nei primi anni ’50, lungo il limite est del sito Sedulis Fornace Sud, alla superficie del campo arato le tracce di un muretto in mattoni legati con calce con andamento nord-sud e lungo 40 metri circa.
Nella medesima area Ceolin rinvenne, ancora negli anni ’50, due manufatti di prestigio di età eneolitica (pugnale in selce e frammento di ascia forata: Tasca 2010, fig. 9, 1-2), a circa 50 metri di distanza l’uno dall’altro, che potrebbero – in via di semplice ipotesi – provenire da corredi funerari distrutti come altri frammenti di asce forate rinvenuti in seguito.
Un ulteriore elemento di particolare pregio di età eneolitica – un’ascia in rame a margini lievemente rialzati – si rinvenne (recupero Botti) nell’area di Sedulis Fornace Nord, 100 metri circa a nord rispetto al sito qui considerato (Tasca, Visentini 2009, fig. 2, 5). Immediatamente ad ovest invece di Sedulis Fornace, in località Teghine, è stata rinvenuta un’ascia in pietra verde levigata attribuibile al Neolitico antico (VI-V millennio a.C.: Dal Santo 2010).
Questi rinvenimenti contribuiscono a caratterizzare l’area delle Sedulis come una delle più ricche e significative per la conoscenza della Preistoria recente e della Protostoria nel Sanvitese.
Ritornando all’età romana, tra i materiali recuperati prima del 1999 e ricordati in Destefanis 1999 va citato tra le altre cose anche un frammento di bracciale in pasta vitrea. Si può infine segnalare come nell’area sia frequente il rinvenimento di pesi da telaio in terracotta, presenti sia nei precedenti recuperi che in un sopralluogo effettuato a cura della Società Friulana di Archeologia nel maggio 2012.
Le consegne più recenti hanno restituito tra i materiali di probabile età romana anche alcuni oggetti metallici, tra cui in particolare un gruppo di chiodi in ferro e borchie piramidali.
La maggior parte dei materiali sono inventariati e presenti presso il Museo di San Vito.
Riferimenti bibliografici:
Rossi 2006 sito CD27, CD35; Tasca, Destefanis, Villa 2003 sito n. 16; corrisponde approssimativamente al sito 53 di Destefanis 1999.
Fonte:
– Giovanni Tasca, Schede dei siti documentati nel catalogo, in Metalli antichi del Museo di San Vito al Tagliamento: l’età romana e altomedievale, di Annalisa Giovannini, Giovanni Tasca, p. 11,12.
Vedi anche: Nuovi materiali da Casarsa di S. CORAZZA, G. TASCA, P. VISENTINI.