La prima citazione di una chiesa a Polcenigo, a cui era annesso un convento, risale al 1262 ed è contenuta nel testamento di Guecello II di Prata, mentre una seconda menzione è datata 1295 e si ritrova in un atto di donazione.
L’attuale parrocchiale di Polcenigo era anticamente parte dell’annesso convento francescano, il più antico della diocesi concordiese, in quanto nominato per la prima volta nell’agosto 1262. Il convento è stato fondato sul colle del castello di Polcenigo sicuramente grazie all’appoggio, se non addirittura per volontà diretta, dei giusdicenti locali, i di Polcenigo, dal Trecento anche “conti”.
Orientato ad est, il tempio si presenta con una faccia austera, alta e stretta, contrassegnata da una finestra rettangolare e da un frontone a timpano. L’antico ampio rosone, ora otturato, è stato posto in evidenza da recenti restauri, così come si è resa visibile l’altezza originaria dell’edificio, più basso dell’attuale di oltre due metri.
Il portale d’ingresso (fine ‘400 o inizi ‘500) è decorato a metà degli stipiti da due tondi a bassorilievo in pietra con il leone di San Marco e con l’effigie di san Giacomo reggente il modellino della chiesa, mentre sopra il portale è collocato il tipico stemma francescano (due braccia incrociate, una nuda e l’altra avvolta nel saio).
L’interno è costituito da un’unica navata slanciata, caratterizzata da nicchie laterali affiancate da semicolonne e da un presbiterio sopraelevato: armonioso complesso di orientamento ormai neoclassico, realizzato intorno alla metà del Settecento.
L’opera forse più interessante della chiesa è un affresco trecentesco raffigurante la Madonna col Bambino o Madonna allattane, collocato sul lato destro dell’arco trionfale. L’opera è stata attribuita ad un seguace o aiuto del pittore emiliano Vitale da Bologna, attivo in Friuli a metà del Trecento.
L’affresco, popolarmente detto Madonna del latte a motivo dell’iconografia, è stato staccato nel 1963 da un capitello posto al bivio fra via Gorgazzo e via Col Belit, dove era stato a sua volta trasportato, alla fine dell’Ottocento o ai primissimi del Novecento, dalla chiesa della Madonna della Salute (già Ognissanti).
La Madonna era stata dunque originariamente affrescata per Ognissanti ed è perciò databile post 1371, anno di costruzione della chiesa: circostanza che mette fuori gioco l’attribuzione a Vitale da Bologna, deceduto tra il 1359 e il 1361.
Sul lato sinistro dell’arco trionfale si rinviene un altro affresco ancora nella sua primitiva collocazione (forse a corredo di un antico altare), databile alla fine del Trecento o alla prima metà del Quattrocento e rappresentante San Giovanni evangelista e un Sant’Antonio abate, con il tradizionale maialino scuro e cintato (di un terzo santo, tagliato da modificazioni della parete, non s’intravvede altro che un lembo di veste). Anche per quest’opera si sono volute cogliere reminiscenze vitalesche, oltre che rapporti con attività di Tomaso da Modena.
Fonte:
https://guidartefvg.it/elenco/le-chiese-di-polcenigo/
Vedi anche: Le chiese di Polcenigo, San Giacomo, di Stefania Miotto e Alessandro Fadelli
Vedi anche: Madonna dell’Umiltà, Enrica Cozzi, in Splendori del Gotico nel Patriarcato di Aquileia, a cura di Maurizio Buora, Udine 2009, pag. 162.