Secondo lo storico cividalese Sturolo, in questo luogo venne ritrovata la testa di San Donato, martire del IV secolo e patrono di Cividale del Friuli.
Sul luogo del ritrovamento fin dal XIII secolo vennero edificati un luogo di culto ed un romitorio, che in breve tempo divennero luogo di pellegrinaggio e rifugio durante incursioni nemiche. La presenza di eremiti nei pressi della chiesetta è documentata fino al XVI secolo. Sorge in mezzo alla campagna lungo la statale che da Udine conduce a Cividale, appena passati i ponti dei Torrenti Malina ed Ellero.
L’aspetto attuale risale al Seicento, come si può leggere dalla data 1633, incisa sulla parete esterna dell’abside, sotto il cornicione.
La chiesa fu consacrata da Eusebio Caimo, vescovo di Lubiana, nel 1635.
La facciata ha un’alta monofora campanaria e il portale d’ingresso in bronzo ha formelle che raffigurano scene della vita di San Donato, opera di Guido Tavagnacco.
All’interno vi era conservata anche la pala di Francesco Chiarottini con Sacra Famiglia, Sant’Elena e due incappuciati della Confraternita dei Battuti, ora trasferita nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Moimacco.
Le tre statue di legno raffiguranti San Matteo, San Donato e San Marco eseguite nel 1539 dai fratelli Francesco e Franco Floreani, sono attualmente conservate nel Museo Archeologico di Cividale.
Durante la Prima guerra mondiale venne utilizzata come deposito militare di esplosivi. Al termine del conflitto venne restaurata e riaperta al culto nel 1926.
In seguito al sisma del 1976 la chiesa venne restaurata, durante tali lavori vennero messi in luce due brani di affresco sulla parete est dell’aula, accanto all’arco trionfale raffiguranti Caino e Abele. Entrambi sono raffigurati nell’atto di sacrificare qualcosa a Dio: Caino, agricoltore, porge un covone di grano mentre Abele, allevatore, sostiene un agnello del suo gregge. Purtroppo, questi due lacerti sono gli unici superstiti dell’antica decorazione della chiesa. Questi sono delimitati da una fascia rossa e più in alto da una fascia decorativa fitomorfa. Gli affreschi, in basso, seguono l’andamento di due arcate a tutto sesto tamponate, ancor oggi visibili nella muratura accanto all’arco trionfale. Questi archi tamponati suggeriscono l’originaria struttura del presbiterio, costituito da tre absidi semicircolari, con la maggiore al centro.
Fonte: www.turismofvg.it
Importante scoperta avvenuta sugli affreschi della chiesa di San Donato in Valle a Moimacco.
Durante il restauro dei dipinti medievali, che si stavano irrimediabilmente danneggiando per l’umidità, i restauratori si sono accorti dell’esistenza di una decorazione fitomorfa, in perfetta continuità materiale e stilistica con i brani pittorici già in luce, nascosta sotto lavori di muratura risalenti al diciassettesimo secolo.
Ha raccontato Stefano Tracanelli, responsabile dei restauri: “Durante i lavori, indagando sui margini inferiori dei brani pittorici, si è potuto constatare che i dipinti proseguivano all’interno della muratura di tamponamento delle antiche arcature che costituivano il margine esterno delle due absidi laterali della chiesa romanica. Tale chiusura appartiene alla ristrutturazione seicentesca della chiesa. Si è potuto mettere in luce la decorazione fitomorfa dell’intradosso dell’arco, in perfetta continuità materiale e stilistica con i brani pittorici già in luce”.
Il restauratore sottolinea: “La scoperta assume un’importanza straordinaria dal punto di vista artistico ed archeologico per comprendere la storia di questo sito e le successive trasformazioni architettoniche che il venerabile sacello ha subito nel corso dei secoli. Il restauro in corso tenderà a rifunzionalizzare l’assetto medievale della chiesa, in cui gli affreschi avranno un ruolo preminente e significativo”.
Per svelare questi nuovi affreschi e risolvere i problemi di infiltrazione e umidità che affliggono l’edificio, è stato determinato un nuovo progetto di intervento conservativo che vuole interessare questa chiesa e per il quale la Parrocchia di Moimacco sta cercando dei fondi “per tutelare un bene di indiscusso pregio e valore”.
A causa dei problemi di umidità provenienti dalle murature per capillarità e per gravità, si è dovuto intervenire sugli affreschi che si stavano irrimediabilmente danneggiando. La parrocchia di Moimacco, grazie ad un contributo della Regione che ha coperto il 100% delle spese, è riuscita ad avviare dei lavori di restauro che sono stati affidati a Stefano Tracanelli.
Autore: Sara Marcon
Fonte: www.udinetoday.it 19 ottobre 2024
Info:
Friuli Venezia Giulia – Guida storico artistica naturalistica, Bruno Fachin Editore, 2004, p. 204, ISBN 88-85289-69-X.
http://www.viaggioinfriuliveneziagiulia.it/wcms/index.php?id=11437,0,0,1,0,0
Strada Statale 54 – 33040 Moimacco UD – Zona Industriale Artigianale Esistent UD
Strada statale, poi svoltando a destra (venendo da Udine) una breve strada sterrata in buone condizioni.