L’area, posta a nord ovest di Cividale, fu luogo di seppellimento della generazione immigrata.
I primi recuperi furono eseguiti nel 1821 e nel 1908. Il gruppo più importante di sepolture affiorò qualche decennio più tardi tra 1949 e 1951: vennero alla luce 17 tombe di cui sette erano maschili, sei femminili, una con doppia deposizione di una donna e un bambino (t. 5), due di individui in età giovanile e una di bambina.
In quindici sepolture si è rinvenuto il corredo, particolarmente ricco nelle tombe A e 5. Indagini condotte nel 2008 messo in luce altre sepolture tra cui due di donne adulte, con recipienti in ceramica come offerta e tre di bambini.
Si segnalano il corredo del guerriero della tomba 14, che oltre alle armi comprende anche un vaso in ceramica stampigliata, caratteristico dei Longobardi e dei Gepidi, il corredo maschile della tomba A, con corredo d’armi e pedine da gioco in osso.
Tra i corredi femminili sono significativi quelli delle tombe 4 e 9 che contengono splendide fibule note già in Pannonia e la spada di tessitura (tomba 9), considerata un segno di rango.
Fonte: www.museoarcheologicocividale.beniculturali.it
Tomba 5: Anello in argento con corniola – Fine del VI secolo – Cividale del Friuli (Udine), zona Gallo
Defunto di sesso femminile e bambino – Ø cm 2,1 – N. inv. 3314
Museo Archeologico Nazionale (Cividale del Friuli)
in “Simbologia e iconografia degli anelli nell’Italia Altomedievale“, Marta Maria Lina Grassino, 2016, Università di Torino.
É costituito da un sottile cerchio su cui si innesta un castone ovale bordato da un giro di filo godronato. Questo ospita una corniola, anch’essa ovale, che reca incisa una Vittoria incoronata rivolta a destra, con una palma nella sinistra.
Il monile, che ha quasi del tutto perso il bordo in filigrana del castone, è un esempio di produzione locale ed è parte del ricco corredo di una tomba dalla doppia deposizione rinvenuta durante gli scavi effettuati tra il 1949 e il 1951 nella zona di Gallo di Cividale.
La corniola potrebbe essere una pietra di origine romana reimpiegata secondo un’usanza diffusa nella società altomedievale, come nel caso dell’anello di Dueville e di quello con corniola di Castel Trosino. Se così fosse l’esemplare rientrerebbe in un esiguo gruppo di ritrovamenti, quasi tutti riferiti a sepolture longobarde di rango elevato.
Bibliografia: BROZZI 1970, p. 108; ID. 1987, pp. 240-241; MENIS 1990, pp. 391-393, fig. X.49n