
Nei pressi della Chiesa di San Giovanni in Tuba si possono ancora vedere i profondi solchi doppi scavati, in centinaia d’anni, dal passaggio delle ruote sulla roccia calcarea, della “via Publica”, itinerario di epoca romana, chiamato anche “cararia vetus”, ovvero la strada sufficientemente ampia da essere percorribile, a differenza degli altri itinerari carsici, anche dai carri, costruita e percorsa in un primo momento dai legionari romani per motivi bellici poi utilizzata prevalentemente per scopi commerciali.
Questa strada carraia proseguiva poi da Sistiana, parallelamente al ciglione carsico, seguendo per grandi linee il tracciato dell’attuale strada provinciale 1 del Carso per il primo tratto, proseguendo poi dopo Prosecco-Contovello, per raggiungere la località di “Longera”, ossia il valico della Chiusa, luogo conosciuto nel Trecento come passus “Longere”, per proseguire poi per l’Istria.
Era un ramo importante della Via Gemina, strada romana che univa Aquileia ad Emona (la moderna Lubiana).
Una sua diramazione, da Contovello (Strada del Friuli-Barcola), arrivava fino alla Tergeste romana per poi proseguire per i territori istriani.