
Tra i manufatti esposti al Museo Archeologico della Laguna a Marano Lagunare di notevole interesse è una spada medievale ritrovata nel 2011 da due pescatori di Marano lagunare nei bassi fondali antistanti l’isola di Sant’Andrea, nelle vicinanze della cittadina.
Al momento del recupero la spada si presentava come un conglomerato di sabbia parzialmente ricoperto di gusci di conchiglia, dalla forma inequivocabile di una spada. La frammentazione in tre parti della concrezione ha permesso di comprendere subito che all’interno vi erano dei resti dell’arma. Durante il restauro curato dalla Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia il guscio è stato aperto con una microfresa permettendo la verifica dello stato di conservazione della spada.
Grazie alla protezione offerta dall’incrostazione sabbiosa, formatasi rapidamente, l’acqua salata non ha rovinato il manufatto, così che la spada si è conservata in tutte le sue componenti: la lama, il codolo, l’impugnatura e il fodero.
La lama è in ferro, lunga 81 cm e larga tra i 6 e i 3 cm della punta di tipo arrotondato (tipo Xa Oakeshott). Sul lato piatto della lama è visibile una lunga scanalatura larga circa 1,5 cm, detta sguscio, che aveva lo scopo di aumentarne la flessibilità ed alleggerirne la struttura e, al contempo, di facilitare l’estrazione della spada.
All’estremità superiore della spada il codolo, ricavato dalla stessa barra di ferro della lama, costituisce l’anima dell’impugnatura, piatta, larga e rastremata verso l’estremità su cui è fissato il pomo (cm 7 x 4,5) dalla forma caratteristica detta “Noce del Brasile” (Tipo A Oakeshott).
Il guscio ha consentito la perfetta conservazione anche del rivestimento posto sul codolo per rifinire l’impugnatura, costituito da due valve di legno avvolto da cordini utilizzati per legare le valve al codolo e migliorare la presa. A protezione della mano dai colpi vi sono due bracci laterali costituenti l’elsa, lunga circa 22 cm e di sezione quadrangolare (stile 1° Oakeshott), leggermente asimmetrica forse per i colpi ricevuti durante l’utilizzo.
Al momento dell’inabissamento la spada non doveva essere in uso dal momento che è stata trovata con la lama all’interno del fodero. Quest’ultimo era costituito da due lunghe valve lignee, ricoperte all’esterno da cuoio e forse foderate all’interno, con una sorta di feltro, per la pulizia e la migliore conservazione della lama. Il reperto si è preservato anche nelle sue componenti organiche. Le analisi hanno rivelato che l’impugnatura era in legno di faggio, con tracce di corde in lino o canapa
La spada, lunga 106 cm. e del tipo a una mano, con lama in ferro e fodero ligneo, è stata oggetto di studio da parte del Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali dell’Università di Udine, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Mediche e Biologiche, con il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova e il Laboratorio di Archeobiologia dei Musei Civici di Como. L’analisi delle componenti delle concrezioni ha rivelato la presenza di specie tipiche di fondali bassi e sabbiosi come l’ambiente di spiaggia sommersa in cui è stata ritrovata.
La spada è stata datata ad un periodo compreso tra la metà del X e l’inizio del XII secolo; il pomo “a noce del Brasile” è attestato dalla fine del X alla metà del XIII secolo, ma la tipologia della lama consente di restringere l’arco cronologico. Si tratta di un momento storico in cui il controllo delle coste dell’alto Adriatico era assicurato da Venezia, che in questo periodo era ancora subordinata all’impero di Bisanzio, corrispondente al periodo in cui iniziò la stagione delle crociate.
L’ampia diffusione di questa tipologia di spada a cavallo dell’alto e l’inizio del basso medioevo, non consente di ricondurla ad una precisa popolazione o area geografica.
Per quanto riguarda il motivo per cui la lama sia finita sott’acqua, il fatto che la lama sia stata ritrovata all’interno del fodero porterebbe ad escludere che si sia trattato di un gesto volontario di tipo cultuale ed anche che sia caduta accidentalmente durante un combattimento.
Dato che una spada era un oggetto di grande valore è anche assai improbabile che sia andata perduta. Rimane aperta la possibilità che non si tratti di un reperto isolato, ma che derivi da un naufragio avvenuto poco più al largo e che sia stata trasportata in zona poco profonda dal movimento delle onde.
Nell 2016 le venne dedicata la mostra “Spatha. Dal mare una spada con mille anni di storia” ed oggi è esposta nel Museo archeologico della città lagunare.
Autore: Marina Celegon
Vedi anche scheda Archeocarta “MARANO LAGUNARE (UD). CENTRO CIVICO O MUSEO ARCHEOLOGICO DELLA LAGUNA https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/marano-lagunare-ud-centro-civico-o-museo-archeologico-della-laguna/
Fonti:
– Informazioni esposte presso il Museo Archeologico della Laguna di Marano Lagunare,
– Il Gazzettino Giovedì 21 Maggio 2015 di Paola Treppo “Trovano un’antica spada in mare e la restituiscono: ora è in mostra”
– Comunicato stampa 21 maggio 2015 relativo all’inaugurazione della mostra “SPATHA Dal mare una spada con mille anni di storia” http://www.comune.maranolagunare.ud.it/uploads/media/Comunicato_stampa_Mostra_Spatha.pdf
Info:
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