
La villa, indagata a partire dal 1990, presenta una planimetria ad “U”, caratterizzata da un corpo centrale articolato su più livelli e due avancorpi racchiudenti un’area scoperta, adibita, almeno nell’ultima fase di vita del complesso, a rifiutaia.
Gli scavi ne hanno portato alla luce tutto il settore centro occidentale, mentre quello orientale corre sotto ed aldilà dell’attuale via delle Mandrie.
Il materiale archeologico estremamente eterogeneo, copre un intervallo di tempo che va dal I a tutto il III secolo d.C..
Il corpo centrale della villa si articolava in vari ambienti disposti l’uno a fianco all’altro, dei quali tre (vani 1, 4 e 5) presentavano un pavimento costituito da uno strato unico di scaglie calcaree bianche e nere e cemento, il tutto pressato a formare un piano compatto, lisciato in superficie con un sottile velo di calce.
Altri tre ambienti (vani 2, 2a e 2b), presentavano i pavimenti in opus spicatum, cioè a piccoli mattoncelli disposti a spina di pesce: l’utilizzo di questi vani come piccola area termale è stata confermata per la seconda fase di utilizzo della villa. Tra la seconda metà del I d.C e gli inizi del II viene infatti introdotto il sistema di riscaldamento ad ipocausto: le soglie di passaggio ed i vani stessi vengono rimpiccioliti, esternamente ai vani vengono addossate strutture interpretabili come “caldaie” e i pavimenti in spicatum sfruttati come basamento di suspensurae atte a sostenere nuovi pavimenti in mosaico.
La villa era dotata comunque di altre stanze pavimentate a mosaico, come testimonia il rinvenimento in un vano di parte di una fascia perimetrale in tessere nere con orditura diagonale.
L’avancorpo superstite conserva un piccolo vano dotato di suspensurae a base quadrata ed appare caratterizzato da un lungo muro che si estendeva diritto ed isolato per parecchi metri in direzione sud. La situazione stratigrafica ha permesso di ipotizzare la sua funzione di collegamento tra la villa ed un corso d’acqua: il modello ricostruttivo porterebbe ad immaginare una darsena o simili sull’esempio della vicina villa di via Colombo.
Bibliografia:
– F. MASELLI SCOTTI 1993, Recenti scoperte nel territorio di Monfalcone, “Atti del III Congresso dell’associazione culturale bisiaca”, Monfalcone, pp.7-12
– F. MASELLI SCOTTI 1995, Mosaici dell’Agro sud-orientale di Aquileia, “AISCOM”, Atti del II Colloquio, Bordighera, pp.9-16
Fonte:
– Valentina Degrassi, Abitare sul Lacus Timavi: https://xoomer.virgilio.it/wjerman/appunti/abitare.htm