
Una testa in marmo è murata nel corridoio della sacrestia della Pieve di Santa Margherita del Gruagno (Moruzzo), ad oltre 2 m. di altezza.
In precedenza, era compresa nel campanile o meglio in quella parte della torre castellana che era stata trasformata in campanile.
Non si conosce il luogo di provenienza della testa, ma si ipotizza che essa appartenesse ad una serie di busti clipeati rinvenuti, in tempi successivi, in un fondo di Aquileia appartenente alla famiglia Cassis.
Si tratta di un volto raffigurante o Ercole imberbe con la leontea sul capo o Marte; il volto presenta gli occhi con pupille segnate e capelli tirati verso l’alto secondo la moda ispirata da Alessandro Magno (anastolè).
Si data, secondo alcuni, alla fine del II-inizi III secolo, secondo altri, al IV secolo d.C..
Bibliografia:
– G.B. BRUSIN, Medaglione marmoreo aquileiese a Santa Margherita di Grugno, in Sot la Nape, 8, Gennaio/Febbraio 1956, pp.10-11.
– G.C. MENIS, Civiltà del Friuli centro-collinare, Udine 1984, p. 44 scheda 6.
– M. BUORA, Contributo alla conoscenza di Aquileia nel periodo tetrarchico. I medaglioni aquileiesi con busti di divinità e il loro probabile reimpiego nella facciata del circo, MemStorFriuli LXVIII, pp. 75-77.
– G. MIAN, I programmi decorativi dell’edilizia pubblica aquileiese. Alcuni esempi, Antichità Altoadriatiche, 2004, pp. 470-496, n. 10.
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– A. GARGIULO, Antiqua Marmora. Reperti di epoca romana nei castelli della Provincia di Udine. Un itinerario, Sequals (PN) 2005, pp. 57-58.
– L. SPERTI, Ricerche sulla scultura, l’architettura e la decorazione architettonica romana nella Cisalpina e a Grumentum (PZ), in Missioni archeologiche e progetti di ricerca e scavo dell’Università Ca’ Foscari – Venezia, VI Giornata di Studio (Venezia, 12 maggio 2008), 2008, p. 76.
Medaglione in marmo con il Cristo benedicente – fine XIII sec. – inizio XIV sec.
Il bassorilievo, murato nel corridoio che porta alla sacrestia, raffigura Cristo che poggia la mano sinistra sul Vangelo e leva la destra benedicente. Il volto, compreso in un nimbo, è incorniciato da lunghi capelli ondulati, con netta discriminazione, che cadono sulle spalle. Gli zigomi appaiono pronunciati e il labbro inferiore sporgente.
Questo tipo di immagine (busto inserito entro un medaglione) era molto diffuso in epoca romana (età imperiale) e si trasferì anche sui sarcofagi. Si tratta quindi dell’imitazione di uno schema classico, come nel caso dei tondi con figure di patriarchi (che tengono in grembom la propria discendenza) sulla facciata del duomo di Gemona. Anche certi particolari del Cristo (ad esempio l’ondulazione dei capelli) rivelano consonanze stilistiche con le sculture del duomo di Gemona.
Fonte: Scultura in Friuli. Il romanico, di Carlo Gaberschek, 1981, p. 60).