Nel Museo del territorio gli oggetti esposti provengono sia da San Daniele del Friuli sia dal territorio circostante.
Il patrimonio, di natura molto eterogenea, è stato suddiviso in funzione della provenienza: raccolta testimoniale, donazione privata, deposito conservativo, indagini archeologiche.
Ne è nato un percorso espositivo suddiviso nelle seguenti sezioni, ciascuna contraddistinta da un colore.
Etnografia
Il patrimonio etnografico del Museo del Territorio comprende una varietà di oggetti del secolo scorso provenienti dai mondi artigianale e contadino.
La cultura materiale locale spazia dalla confezione degli stafèts alla stagionatura dei prosciutti, dalla produzione dei vini alla sericoltura.
La sezione vede ad oggi dei piccoli scorci dedicati alla lavorazione delle cosce del maiale e alla realizzazione delle scarpette friulane.
C’era una volta …
In questa sezione – di prossima realizzazione – si potrà ammirare una galleria di testimonianze fotografiche che hanno fissato momenti storici del territorio sandanielese e più ampiamente collinare.
Personaggi illustri
La città di San Daniele può vantare la presenza di diversi personaggi che in vario modo si sono distinti a livello sia nazionale sia internazionale.
Grazie ad alcuni di essi, che generosamente hanno donato al Comune le collezioni di proprietà, si può presentare una pagina della storia contemporanea appartenente alla civiltà collinare fatta di persone le quali, con la loro opera, hanno nobilitato questa terra.
Si potranno, quindi, ammirare i manufatti di chi ha fatto dell’arte un’attività professionale come il fonditore Erasmo Contardo, oppure i dipinti di Giacinto Gattoli che ha trovato nella pittura un piacevole passatempo e infine le raccolte di Giuseppe Vidoni, medico psichiatra, testimonianti la sua passione collezionistica.
· Erasmo Contardo (1912-1989): la donazione comprende 18 cofanetti, 84 medaglie italiane e 45 medaglie francesi. Sono stati scelti per l’esposizione autori friulani o soggetti riguardanti la nostra regione.
·  Giacinto Gattoli (1872 – 1947): rientrano in questa collezione 14 quadri dipinti dallo stesso Gattoli nonché un ritratto, opera della pittrice svizzera Angelika Kauffmann.
·  Giuseppe Vidoni (1884 – 1951): il lascito, fatto dal figlio Giacomo, consiste in un insieme di mobili e suppellettili, 46 dipinti, 22 sculture e poi disegni, riproduzioni di opere famose, fotografie e album di cartoline.
Sezione ebraica
La presenza di una comunità ebraica in San Daniele del Friuli ha origini antiche. Essa abitò con una certa continuità dal Cinquecento fino ai primi decenni del Novecento esercitando un ruolo di una certa importanza all’interno della comunità locale.
Arte sacra
La storia della Chiesa aquileiese percorre lo spazio e il tempo coinvolgendo l’area collinare nei secoli dal V al XVIII d.C..
Risale, probabilmente, al V secolo la nascita delle prime Pievi (chiese con battistero e cimitero) le quali, in un periodo di rivolgimenti politici e sociali, fungevano da punto di riferimento e di aggregazione per la gente di campagna, plebs appunto, concentratasi in quest’area per la favorevole posizione difensiva data dall’anfiteatro morenico del Tagliamento.
L’importanza che tali luoghi di culto hanno assunto nel tempo, diventando fulcro di produzione artistica qualificata per se stessi e per le chiese limitrofe, è qui testimoniata dal pregio delle opere d’arte esposte.
Gli edifici cultuali, giunti ai giorni nostri nelle forme barocche, rinascimentali, gotiche o romaniche, sono spesso soggetti ad indagini archeologiche allo scopo di individuarne le origini più antiche non più visibili agli occhi dei frequentatori. In questa sezione è esposto il materiale proveniente da due chiese interessate da tale attività: la chiesa del Castello a San Daniele del Friuli e la pieve di San Martino a Rive d’Arcano.
Sorte entrambe su delle preesistenze romane, attestano con la loro presenza la continuità abitativa di un territorio insediato già da secoli.
Attraverso gli oggetti recuperati dagli scavi si vuole interpretare l’evoluzione storico-artistica che ha interessato questa parte dell’area collinare e l’importanza che la stessa ha avuto principalmente in epoca altomedievale (VI – XI secolo d.C.).
I raffinati frammenti di scultura decorativa (VIII secolo), elementi principali dell’esposizione, costituiscono, infatti, testimonianza di una committenza qualificata e quindi di una rilevanza politico-religiosa della zona nel quadro dell’organizzazione rurale della diocesi aquileiese.
Viviamo al tempo degli antichi Romani
La sezione illustra la vita nel retroterra aquileiese, concentrata prevalentemente sulla produzione agricola e sull’allevamento.
Le strutture destinate ad abitazioni sono in genere piuttosto modeste (come testimoniano i resti archeologici) con muri in ciottoli spesso senza legante e pavimenti in terra battuta, legno o opus spicatum, mentre per la copertura si ipotizza l’uso di legno, paglia e raramente tegole. Queste “fattorie” hanno solitamente dimensioni medie e risultano distribuite sul territorio in modo sparso, con pochi e significativi addensamenti in prossimità di importanti vie di comunicazione.
Una seconda tipologia di insediamenti con carattere abitativo è rappresentata dalle ville rustiche, impianti di ampie dimensioni dotati di una parte residenziale (pars urbana) e di un settore adibito agli impianti di lavorazione, magazzini e depositi (pars rustica e fructuaria). A seconda delle attività produttive svolte nel podere, questo spazio può avere varie stanze contenenti il frantoio (trapetum) o il torchio per il vino (torcularium), il grano o grandi recipienti per la conservazione di olio, vino e granaglie (cella vinaria).
L’esposizione si concentra su questa tipologia costruttiva e sui suoi abitanti, con lo scopo di porre le fondamenta alla conoscenza di un periodo (I – V secolo d.C.) e di uno spazio (area collinare) circoscritti: La villa e i suoi abitanti, La tavola, La cucina, Il tesoro nel pozzo, Economia rurale e Il mondo dei morti sono gli argomenti trattati.
Gli scavi archeologici
Ad oggi gli scavi archeologici intrapresi, a volte da appassionati locali e più di recente da studiosi della disciplina nominati dalla Soprintendenza, hanno portato alla luce necropoli, sepolture isolate, strutture abitative, parti di strada romana aggiungendo sempre più tasselli al multiforme quadro della vita socio-culturale di queste terre.
·    Necropoli “della cava” – San Daniele del Friuli
·    Località il Cristo – Coseano
·    Località Tumbules – Vidulis di Dignano al Tagliamento
L’illustrazione di questi interventi si trovano nel museo ma vengono presentate in schede specifiche a parte (vedi).

Fonte: http://www.museosandaniele.it

Info:
L’associazione culturale “Vivi il Museo” supporta l’apertura del museo.
Il museo rimane aperto, infatti, durante tutte le manifestazioni folcloristiche e nei giorni festivi e consente di rafforzare da una parte il senso di appartenenza alla comunità locale e dall’altra di attuare un percorso di educazione permanente tramite la formazione proposta al gruppo dalla dottoressa Monica Peron.
Biglietto d’ingresso: Interi: € 3; Ridotti (attività didattica, studenti e persone che hanno compiuto il 65° anno di età): € 2; Ingresso gratuito: bambini fino a 6 anni.
È possibile prenotare una visita guidata anche in orari diversi da quelli di apertura del museo; è sufficiente fissare un appuntamento telefonando ai seguenti numeri:
0432 954484 oppure 0432 954934 – via Udine, 4 – San Daniele del Friuli (Ud).

Bibliografia:
·    Vincentius et Iusta, a cura di Fabio Piuzzi, 1993
·    Edilizia storica ed evoluzione insediativa di San Daniele del Friuli alla luce della documentazione materiale, Fabio Piuzzi
·    San Martino a Rive d’Arcano. Archeologia e storia di una pieve friulana, a cura di Silvia Lusuardi Siena.

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza