Nell’estate del 1989 si diede inizio nella città di Udine alla costruzione di tre parcheggi sotterranei previsti per i campionati mondiali di calcio del 1990. Per uno di questi venne scelta piazza Venerio, adiacente a zone in cui si erano effettuati scavi e ritrovamenti negli anni precedenti, specialmente in relazione al periodo protostorico.
In particolare i documenti storici segnalavano l’esistenza, nella stessa area, del palazzo della famiglia Savorgnan, demolito per ordine del senato di Venezia nel 1549; da allora il luogo ebbe il nome di “plazze de rovine” ed il divieto di costruzione fu rispettato fino ai giorni nostri.
L’edificio più antico era stato costruito nel Duecento da Federico di Colmalisio capostipite dei potenti signori di Savorgnan, il quale era stato nominato gastaldo patriarcale nel XIII sec.
Nel 1549, il nobile udinese Tristano Savorgnan del Monte subiva la confisca dei beni e la distruzione del suo palazzo pro omnibus, per aver osato compiere delle vendette di fazione nella città di Venezia. La guerra tra famiglie udinesi aveva già raggiunto l’apice nel 1511 con il massacro della zobia grassa, e dopo un periodo di relativa calma gli scontri stavano riprendendo. Con questo atto clamoroso Venezia voleva segnalare in modo inequivocabile che non avrebbe più tollerato nessun atto di giustizia privata nel suo territorio.
Durante i primi sbancamenti apparvero i resti della demolizione del palazzo cinquecentesco e parti di fasi precedenti. Nella zona – che comprendeva anche una piccola parte del cimitero annesso alla vicina chiesa di san Francesco – sono state recuperate una sessantina di monete di varie epoche, tra cui particolarmente interessanti cinque della Germania meridionale, battute nel XV sec., che denotano una certa frequenza di contatti e forse anche di traffici commerciali con quell’area.
Soprattutto lo scavo di alcune fosse di scarico, collegate alle latrine dei piani superiori, riservò piacevoli sorprese. Fu infatti possibile recuperare alcune migliaia di frammenti ceramici dal XIV all’inizio del XVI sec. Si è provveduto al restauro di una sessantina di vasi, boccaloi, catini, appartenenti a servizi da tavola di ottima qualità che spaziano dalla maiolica arcaica alla produzione faentina a quella più propriamente veneta e friulana. Si calcola che nel complesso tra vasi e scodelle saranno ricostruibili integralmente circa duecento esemplari. Va osservato che la famiglia Savorgnan fu una delle più importanti della Patria del Friuli e certo la più cospicua di Udine. Nel palazzo poi ebbero dimora per qualche tempo, il Patriarca di Aquileia ed il Luogotenente del doge di Venezia; ciò spiega la grande qualità della suppellettile da tavola. Ad essa si accompagnavano numerosissimi bicchieri a calice e angastere, che sono ancora in fase di restauro e una enorme quantità di ceramica grezza, in fase di riordino.
Il rinvenomento di una bolla di piombo appartenente a un documento emesso da Papa Urbano IV (che bel 1263 scrisse ben tre lettere al Patriarca di Aquileia) ha permesso di riconoscere nell’area la sede del gastaldo patriarcale di Udine, che in quel tempo era Federico di Colmalisio, fondatore appunto della famiglia Savorgnan: i documenti riportano notizia di suoi acquisti nell’area del “foro nuovo” e di successive donazioni all’ordine dei Francescani che costruirono la loro chiesa e il loro convento in un’area immediatamente adiacente alla proprietà Savorgnan.
L’indagine estensiva condotta dalla Soprintendenza mise inoltre in luce, al di sotto dei resti del palazzo Savorgnan, un’area piuttosto ampia con i resti di 33 strutture protostoriche in fossa parzialmente intaccate da buche medievali.
I materiali raccolti coprono un arco cronologico piuttosto ampio che va dall’età del bronzo all’età del ferro pieno ed evoluto (risulta attestato sicuramente l’VIII secolo ma alcuni reperti potrebbero essere anche più recenti); in particolare per quel che riguarda le fasi più antiche si segnala una fossa con profilo a cono rovescio dalle dimensioni di 1,60×2 m, profondità 0,90. Particolarmente ricca appare la fase di bronzo finale / inizio ferro a cui sono state ricondotte 26 delle 33 fosse rinvenute; le buche sono in genere di forma ovale o circolare (larghe da 0,30 a 2,50 m) e risultano in intacco direttamente sulla ghiaia sterile.
Le buche larghe più di un metro contenevano riempimenti stratificati costituiti da falde di rifugi di abitato.
Infine nel 2003 vennero eseguiti i lavori per l’interramento delle linee Enel e Telecom nella parte nord-occidentale di piazza Venerio, verso la chiesa di S. Francesco. I saggi consentirono di mettere in luce una vasta area ad uso cimiteriale medievale; al di fuori di questa zona, all’estremità sud-orientale dell’area indagata furono individuati i fondi di cinque strutture in fossa contenenti ceramica protostorica, in genere piuttosto minuta; fa eccezione una fossa, di forma subrettangolare allungata in senso est-ovest, nel cui riempimento è stata rinvenuta una tazza a corpo biconico quasi intera databile al bronzo medio.
Sulla pavimentazione attuale della piazza è evidenziata in pietra scura la pianta del palazzo, quale appariva nella sua fase più tarda, all’inizio del XVI sec.
Fonti:
– www.ipac.regione.fvg.it
– Maurizio Buora. Udine, piazza Venerio, in Archeologia Medievale, XVII, 1990.
Bibliografia:
– CANDUSSIO, LAVARONE 1993; SACCOCCI 1993 (tessere); BUORA, CANDUSSIO, LAVARONE 1994.
– Palazzo Savorgnan, 1989: Monete e tessere dei secoli XIII-XIX venute alla luce nel 1989 ad Udine, durante gli scavi effettuati nel centro storico cittadino (Zecche di Aquileia e Venezia).
– AA.VV. Ceramiche rinascimentali a Udine e altri materiali dello scavo del palazzo Savorgnan di Piazza Venerio. L’Erma di Bretscneider, Roma 1993. p 257;
– Aleardo Leonarduzzi. Restauro di un boccale della seconda metà del XV secolo proveniente dallo scavo di palazzo Savorgnan di piazza Venerio (Udine), in Quaderni Friulani di Archeologia IV/1994, vedi: https://www.quaderni.archeofriuli.net/wp-content/uploads/04_cap02_restauro_boccale.pdf
– Angela Borzacconi, Paola Visentini. Mense e banchetti nella Udine rinascimentale vedi: Mense e banchetti nella Udine rinascimentale.