iulia felix

Iulia Felix è un’imbarcazione romana del II sec. d.C. naufragò nelle acque dell’Adriatico, a circa 6 miglia al largo dell’isola di Grado. Il suo nome antico non è conosciuto ma fu dato il nome di «Julia Felix» a questo relitto.
Fu ritrovata nel 1986 da Agostino Formentin, pescatore di Marano Lagunare, a 16 metri di profondità sui fondali marini. Il carico di anfore fu danneggiato nella parte più superficiale dai ramponi delle barche da pesca.
iulia felixL’imbarcazione, lunga 18 e larga 5-6 metri, è stata rinvenuta intatta con il suo carico di 560 anfore.
Gli scavi furono condotti dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici Archeologici Artistici e Storici del Friuli-Venezia Giulia, con il coordinamento del Servizio Tecnico per l’Archeologia Subacquea del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.
Sono stati recuperati tre borrelli di varie misure, che allora come oggi servivano a giuntare le cime. Anche le bitte sono tre – due fisse e una mobile – di cui una è di particolare pregio in quanto raffigura l’effige intagliata di un busto femminile. Carrucole e pulegge servivano con ogni probabilità a manovrare il pennone della vela quadra dell’albero di maestra.
Vicino alla chiglia c’è un tubo di piombo largo almeno 7 cm e lungo 1,3 metri, che penetra lo scafo. Gli archeologi ritengono che sia stato possibile pompare acqua di mare per l’uso a bordo, presumibilmente per trasportare pesci vivi. Considerando la presenza di un acquario dietro l’albero della nave, che misura circa 3,5 x 1 m per una capacità di circa 7 metri cubi. Se mantenuto correttamente, potrebbe mantenere almeno 200 kg di pesci vivi come la spigola o l’orata.
«Gli storici credono che, prima dell’invenzione del congelatore, l’unica possibilità per il commercio del pesce fosse di salarla o di asciugarla; ora sappiamo che era anche possibile mantenerli in vita per una lunga distanza», spiega il ricercatore Carlo Beltrame, archeologo dell’Università Ca ’Foscari di Venezia. Plinio il Vecchio ha parlato del trasporto di pesci pappagallo dal Mar Nero alla costa di Napoli .
La nave di Grado costituisce un caso emblematico di commercio di redistribuzione e riutilizzo.
iulia felixLa nave trasportava un carico di alimenti (pesce in salamoia) e frammenti di vetro, forse destinati agli artigiani della vicina Aquileia. è stata trovata anche una botte piena di vetro in frantumi, destinato alla rifusione, pratica economicamente vantaggiosa poiché il vetro riciclato ha una minore temperatura di fusione e consuma quindi meno combustibile.
La nave conteneva entro più di 600 anfore in gran parte riutilizzate, provenienti da varie regioni del Mediterraneo: Egeo orientale, Tripolitania, Tunisia, Campania, Emilia Romagna, alto Adriatico.
Le anfore, giunte per varie vie e da posti diversi in un emporio, erano state svuotate del contenuto originario (vino egeo, olio tripolitano e tunisino, vino adriatico, ecc.) e immagazzinate per essere reimpiegate dal produttore della merce. Contenevano la salsa, il garum, com’è indicato nelle iscrizioni dipinte – vere e proprie etichette – sul collo dei contenitori.
A bordo sono stati ritrovati anche alcuni manufatti, tra i quali due teste bronzee di Poseidone e di Minerva.

Conservazione:
Il relitto della Iulia Felix, recuperata nel 1999, è in fase di restauro e di studio.
Per ospitare i resti della nave a Grado è stata avviata la realizzazione di un Museo di Archeologia subacquea, nella ex scuola Scaramuzza di Grado.
Per la mostra a Trieste, nel 2018, una sezione trasversale del bastimento fu realizzata dall’ERPAC, riproduzione storicamente fedele, con parte del carico originale.

Bibliografia :
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P. Dell’Amico, L. Fozzati, P. Lopreato, E. Mitchell, E. Tortorici, Julia Felix: la nave di Grado, in Archeologia Viva , vol. 23 , 1991
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J. P. Oleson, R. Stein , Comment on a Recent Article Concerning the Hydraulic System of the Roman Wreck at Grado, Gorizia, Italy, in IJNA, vol. 36, 2 , 2007
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J.T. Peña, The reuse of transport amphoras as packaging containers in the Roman world: an overview, in Roman and late antique Mediterranean pottery, D. Bernal, M. Bonifay, and A. Pecci eds. Roman amphora contents: reflecting on maritime trade of foodstuffs in antiquity , 2018

Fonte: www.marine-antique.net, 23 mar 2019

Vedi anche: La nave romana di Grado, P. Lopreato

Vedi anche: Le anfore del relitto di Grado ed il loro contenuto, Rita Auriemma

Vedi anche: Lo_studio_ricostruttivo_della_nave_romana di Grado

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza