Una chiesa a Pesariis è citata per la prima volta nel 1348. Nel 1505 il pittore Gianfrancesco da Tolmezzo venne incaricato di affrescarne le pareti. Durante una visita pastorale nel 1602 mons. Agostino Bruno, luogotenente del patriarca Barbaro, giudicò gli affreschi abbastanza belli (satis pulchri) anche se, avendo allora meno di cento anni, dovevano apparire ancora ricchi di colori vivaci. Nel 1615 venne concesso il permesso di ampliare la chiesa con un portico.
Quando nel 1700 un forte terremoto lesionò il campanile gli abitanti iniziarono a demolirlo completamente. L’operazione fu tutt’altro che fortunata, infatti “sbagliarono il calcolo e la torre piombò quant’era lunga sopra la chiesa, riducendola ad un gran cumulo di macerie …”. Per questo degli affreschi di Gianfrancesco non rimane alcuna traccia.
Rimangono, invece, alcune statue appartenenti ad un’ancona lignea realizzata da Antonio Tironi attorno al 1516.
Dopo il crollo del campanile nel 1711 la chiesa venne ricostruita e consacrata nel 1736, una seconda ricostruzione avvenne nel 1861 su disegno di Girolamo D’Aronco. La chiesa attuale venne consacrata nel 1872. Nel 2013 sono stati eseguiti importanti lavori di restauro e consolidamento dell’edificio.
La chiesa attuale presenta una facciata in stile neoclassico con semplice portale tra due lesene interrotte da tre oculi ciascuna e da un decoro esagonale posto nella parte superiore; al centro è posta una trifora che inquadra un mosaico del 1975, di Giuseppe Cancian.
All’interno sono presenti due importanti cupole collocate in successione lungo l’asse longitudinale che creano un interessante effetto prospettico sulla navata unica ed il presbiterio rialzato.
In un documento del 1516 Antonio Tironi, definito “magister Antonius Bergamensis incisor imaginum et aurator Utini habitans in foro veteri” si impegna a realizzare per la chiesa di Pesariis, rappresentata nel contratto notarile dal “cameraro” lacobus Capellari, un’ancona con sei statue disposte su due ordini con in primo piano quelle di San Pietro e San Giovanni Battista (ne sono citate solo due), ed in secondo piano quella della Beata Vergine, quella di San Rocco e quella di San Sebastiano. Circa la struttura dell’ancona non ci vengono dati molti dettagli, solo un accenno ai motivi decorativi da decidersi a discrezione dei periti udinesi. Seguono a questo punto dettagliate indicazioni circa il trasporto e la sistemazione dell’ancona nella parrocchiale di Pesariis.
Di questa ancona rimangono tre statue raffiguranti San Pietro, San Giovanni Battista e un San Giacomo seduto, quest’ultima leggermente più grande delle altre (122 cm rispetto ai 110 delle prime). La Beata, Vergine e i Santi Rocco e Battista, che secondo il documento completavano il piano superiore dell’ancona sono andati perduti.
Intagliatore e doratore, e forse anche pittore, Antonio Tironi, nato intorno al 1470-1475 a Bergamo da Simone de Jeronimis, dopo essersi presumibilmente formato a Venezia, era giunto ancora giovane a Udine, dimorando per qualche anno (1500-1504) presso l’intagliatore sanvitese Bartolomeo dall’Occhio, del quale si pensa sia stato allievo e collaboratore prima di aprire a sua volta bottega in Mercatovecchio. Morì a Udine nel 1528.
Dal 1506 compaiono atti che attestano una sua bottega e la realizzazione di altari in legno. Si ha notizia di almeno sedici ancone eseguite dal Tironi e di altre cinque che gli vennero commesse. Un suo altare si è conservato nella vicina frazione di Osais di Prato Carnico. Il Tironi è una figura artistica tra le più discusse in questi ultimi anni in relazione al ruolo che si presume possa aver esercitato nello sviluppo dell’arte lignea friulana del primo Cinquecento, ma soprattutto al non definito rapporto di lavoro intercorso con il coetaneo ed amico Giovanni Martini.
La chiesa conserva altre opere databili dal XVII secolo in poi. L’altare maggiore in marmi policromi, datato 1753, è di Lorenzo Stefanutti attivo a Gemona, e presenta le statue di San Filippo, San Giacomo e del Redentore ed un paliotto del XVI-XVII secolo. L’altare del rosario, in marmi policromi, contiene 15 dipinti dei Misteri del rosario del XVII-XVIII secolo e le statue lignee di San Giovanni e Santa Chiara del XVII secolo.

Fonti:
– Bergamini Giuseppe. Giovanni Martini intagliatore e pittore. Parrocchia della SS. Trinità dei Santi Pietro e Paolo. Mortegliano 2010.
– De Favento, Maria Grazia Antonio Tironi e i suoi contatti con Giovanni Martini In: La Panarie, a.14, n.82 (lug.-ago. 1938)
– Fantin Enrico. Le opere d’arte nelle chiese in Fantin Enrico, Tirelli Roberto Una vallata da conoscere: la Val Pesarina Edizione La Bassa 2000
– Giusa, Antonio e Villotta, Michela Prato Carnico Inventario dei Beni Culturali Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei beni culturali 1994
– Marchetti Giuseppe e Nicoletti Guido. La scultura lignea nel Friuli. Silvana Editoriale d’Arte Milano. 1956
– Pasut Luana. Tre statue lignee del Tironi nella Chiesa di Pesariis. Informazioni sull’opera, sul suo autore e sulla committenza tratte da un documento datato 1516 in Giusa, Antonio e Villotta, Michela Prato Carnico. Itinerari e ricerche [Villa Manin, Passariano]: Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, c1994
– Perusini Giuseppina e Perusini Teresa Un problema irrisolto della scultura lignea friulana. I rapporti tra Bartolomeo Dall’Occhio, Antonio Tironi e Giovanni Martini in La scultura lignea nell’arco alpino. Storia, stile e tecniche. Convegno Internazionale di Studi (Udine, 21 novembre 1997 – Tolmezzo, 22 novembre 1997). Forum Editrice Universitaria Udinese Udine 1999
– Villotta Michela L’altaristica lignea nel canale di San Canciano. Viaggio alla ricerca delle tracce lasciate da intagliatori e indoratori fra ‘500 e ‘700 in Giusa Antonio e Villotta Michela Prato Carnico. Itinerari e ricerche [Villa Manin, Passariano]: Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, c1994
– Zanini Lodovico Le chiese della Carnia nel ‘600 In: Sot la nape, a.16, n.1 (gennaio-marzo 1964)

Info:
Pesariis, 38, 33020 Osais-Pesariis UD
la chiesa è visitabile in occasione delle celebrazioni.

Data ultima verifica: agosto 2023

Autore: Marina Celegon

Galleria immagini: Marina Celegon.

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza