Secondo la tradizione il Castello di Toppo sarebbe stato eretto già al tempo dei Longobardi e lì avrebbe abitato Ansfrido, colui che si impadronì del Friuli durante un’assenza del Duca Rodoaldo.
Le prime notizie documentarie portano però al 1188, anno in cui Ursino di Toppo ricoprì l’ambita carica di dapifero del Patriarca di Aquileia Gotofredo. Nel 1220 Pandolfo ed Alberto di Toppo cedettero il Castello e il dominio di Toppo ai figli di Sifrido di Ragogna, Engepretto, Brisa, Varnerio. Il ramo della famiglia Ragogna – Pinzano si trasferisce così a Toppo, abbandonando il nome originario ed assumendo quello del castello conquistato.
Sul finire del XIII secolo, per ragioni a noi ignote, il Castello ritornò in possesso dei suoi antichi signori. Nel 1302 Tommaso di Toppo ne vendette una parte ai Signori di Suffembergo. Nel 1314 il Conte di Gorizia tolse il fortilizio a Waterpoldo di Toppo e lo condannò ad una dura prigionia per aver arrecato danni ad Odorico di Scotto, Signore di Montereale.
Nel frattempo, rami del casato degli antichi signori di Ragogna – Toppo si trasferirono a Udine.
Con l’avvento della Serenissima, nel 1426 la Repubblica di Venezia vende la quarta parte della giurisdizione dei Toppo ai Conti di Porcia e il motivo resta ancora sconosciuto. Un documento risalente al 1567 lo descrive come “castello rovinato…”, in abbandono, i cui materiali sono messi in vendita. I Toppo infatti hanno trasferito la loro residenza nella casa più in basso e vicina al paese. Verso la fine del ‘700 la famiglia Toppo è a Udine e incarica i Colossis di Meduno delle esazioni serbando i poteri. Nel 19° secolo la famiglia Toppo si estingue con Francesco: i suoi beni, e quelli della moglie Wassermann, sono donati al Comune di Udine (Udine era provincia anche per la pedemontana pordenonese fino agli anni ’60).
Il castello è delimitato da due cinte murarie tuttora visibili di cui, la più vecchia è quella più interna ed è alta più di 15 metri. All’interno della stessa un’abbondante vegetazione impediva di riconoscere l’unico muro superstite del mastio dell’altezza di circa 10 metri e la vicina abitazione sui cui muri perimetrali si potevano ancora individuare i timpani che sorreggevano la copertura, alcune finestre, due sedi di caminetti, mensole di sostegno delle banchine dei solai.
Situato su un poggio ai piedi del Monte Ciavoleìt, il rudere si erge maestoso come un tempo. Infatti, fino ad una decina di anni fa, ciò che restava dell’antico castello era stato inghiottito dalla vegetazione, rendendlo difficilmente accessibile agli escursionisti. A seguito delle recenti opere di restauro e di disboscamento dell’area circostante è possibile visitarne i resti ed apprezzare la vista mozzafiato che esso offre: infatti, dal Castello è possibile osservare il lembo di terra che dalla piana di Toppo si estende sino al Torrente Meduna.
Il Castello di Toppo è una costruzione massiccia priva di finestre sino al primo piano, ma al primo livello è possibile scorgere delle feritoie.
Come nella maggior parte dei castelli della Pedemontana, il maniero è stato costruito seguendo l’inclinazione naturale della montagna. Infatti, la costruzione si sviluppa in salita, lungo gli stessi massi sporgenti: è stato dunque possibile evitare la spianata della vetta.
Al primo piano si distingue murato un genere d’apertura quadrangolare, una bifora senz’arco con colonnina nel mezzo.
Le uniche finestre sono ad arco, simili all’ingresso di un palazzo.
Arrampicandosi dal lato della montagna si sale all’altezza del primo piano, qui si accede attraverso un passaggio ad arco, il quale ha un  balcone con mensole sporgenti (due pezzi di roccia non squadrati). Da questo passaggio è possibile osservare qualche pezzo rimesso in opera di grosso laterizio di età romana (il castello è situato su una specola romana).
Sull’esterno si distingue un motivo orizzontale in pietra dalla forma di grosso cordone.
I modiglioni che reggono le travature del primo piano sono in pietra leggermente sagomata, mentre all’ultimo piano assumono la forma di un elegante capitello.
Il maniero conserva parte della merlatura che, essendo piatta ed a pilastro, ci permette di scorgere la cima.

Info:
Come raggiungere il Castello di Toppo dall’Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica di  Palazzo Conti Toppo-Wassermann (Via Verdi 98):
– la strada maggiore svolta a sinistra, ma è consigliabile proseguire dritti per un’asfaltata secondaria e fatti pochi metri si abbandonerà anche questa per seguire verso destra l’indicazione per Castel di Toppo;
– superate le case, si incontra una larga ed erbosa mulattiera che  porta, in poche decine di metri, ai piedi della collina, dove la si lascerà per prendere sulla destra un sentiero che sale ripido;
– si perviene ad un ripiano con grandi castagni dove il sentiero si biforca;
– proseguendo verso sinistra si raggiunge, in un paio di minuti, il castello, 364 m s.l.m.
Toppo – 33090 Travesio (PN) – tel.: 0427  90235 – fax:  0427 907985
Url: http://www.comune.travesio.pn.it

Bibliografia:
– Luca Villa, Scavi nel Castello di Toppo, in Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del FVG, 1/2006, p. 33-35
– AA.VV., Il castello di Toppo, NordAdriativa, Stidi e Ricerche della Sopr. del FVG, a cura di Luca Villa, 2010, pg. 269

Vedi anche: https://www.telefriuli.it/zoom/masi-castello-toppo-travesio-friuli-rurale-turismo/4/212088/art/?fbclid=IwAR0UNrASA2eVYkhkPZiYIZLxk21-RHrI5qY87RoaNgMAxPotqiCxzwQmpCs

Dipinto di Raffaello De Gottardo (https://www.ilfotomatico.com/pordenone-castelli-libro/)

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza