Museo ottocentesco che raccoglie le lapidi e i reperti della storia locale dalla preistoria all’epoca tardoantica, formatosi intorno al monumento di J.J. Winckelmann, ritenuto il padre dell’archeologia, morto assassinato a Trieste nel 1768. Il museo espone inoltre collezioni dall’Egitto, da Cipro, dalla Grecia e Magna Grecia, dall’Etruria e un piccolo nucleo di ceramiche maya da El Salvador.

L’idea di creare a Trieste un museo che riunisse le antichità ritrovate nella città e nel territorio istriano e aquileiese nacque agli inizi dell’Ottocento e trovò il suo più fervente sostenitore nel procuratore civico e dotto studioso di storia patria Domenico Rossetti. Il luogo prescelto fu sul colle di San Giusto, l’area del vecchio cimitero cittadino, che era stato dismesso nel 1825 in seguito alla creazione del nuovo cimitero nella località di Sant’Anna.
L’idea vide la sua realizzazione dopo più di vent’anni e il monumento a Winckelmann, opera di gusto neoclassico fu inaugurato il primo marzo 1833, e trovò collocazione al centro di una grande nicchia aperta nel ripiano più alto dell’ex cimitero, odierno Orto Lapidario.
Allo studioso Pietro Kandler, nel 1841, fu affidata dal Comune la cura del Museo Tergestino di Antichità – istituzione non ancora ufficializzata – che doveva occuparsi della raccolta e dell’illustrazione delle epigrafi triestine dell’Orto Lapidario, nonché dello studio delle monete antiche e dei diplomi che riguardavano Trieste.
triesteL’8 giugno del 1843, ricorrendo il 75.mo anniversario della morte di Winckelmann, venne aperto ufficialmente al pubblico l’Orto Lapidario. Nel 1870 il Comune acquistò la prestigiosa e cospicua collezione di antichità aquileiesi che era stata riunita dal farmacista triestino Vincenzo Zandonati. Si trattava di più di 25.500 oggetti, suddivisi in otto inventari; il materiale lapideo fu immediatamente trasferito presso l’Orto Lapidario (e tuttora è esposto nella sezione dedicata ai reperti aquileiesi).
Nel 1909, in considerazione del fatto che le collezioni civiche non erano più composte solo da manufatti antichi, bensì anche d’importanti opere d’arte e reperti storici ed etnografici, il Museo assunse la denominazione di Civico Museo di Storia ed Arte.
Un anno importante per il Museo fu il 1910, anno della donazione delle vaste collezioni di Giuseppe Sartorio, composte da una sezione di materiale archeologico, ma soprattutto dalla raccolta di vasi antichi, greci, italioti ed etruschi.
Il 10 dicembre 1924 i locali della sede di palazzo Biserini in piazza degli Studi (ora piazza A. Hortis) vennero liberati e le collezioni trovarono nuova e più moderna esposizione presso l’attuale sede nell’edificio di via della Cattedrale 15.
triesteNel 1934, sotto la direzione di Piero Sticotti, vennero eseguiti radicali lavori di risistemazione nell’Orto Lapidario.
All’interno della sede museale, nelle diverse fasi evolutive degli allestimenti, la cospicua quantità dei materiali posseduti e fruibili dal pubblico ha subito di volta in volta una significativa riduzione. Al momento dell’inaugurazione l’esposizione si estendeva su tre piani e l’allestimento era un tipico esempio di “arrangement style”, frutto certo del gusto dell’epoca, che amava accostare oggetti disparati, ma che era anche consigliato dalla necessità di soddisfare la legittima ambizione dei donatori di veder esposto almeno qualcosa di quanto avevano offerto.
Oggi vi trovano spazio le collezioni archeologiche, che sono in fase di ampliamento.
Negli anni Sessanta la direzione del museo provvide al ringiovanimento dell’allestimento: ciò comportò una selezione del materiale, sacrificando la maggior parte del patrimonio nei depositi.
Negli anni Novanta è iniziato il cantiere nell’Orto Lapidario che si è concluso con la sistemazione delle lapidi in espositori protetti e con lo spostamento di 130 reperti, tra lapidi e statue, nel Lapidario Tergestino.
triesteDal 2000 si svolge un paziente lavoro di recupero dei materiali per poterli restituire al pubblico e soprattutto per permetterne un più esatto inquadramento storico e cronologico e un nuovo allestimento ad opera di specialisti dei vari settori, anche utilizzandolo per tesi di laurea e mostre tematiche.
Nell’agosto del 2000, gli ambienti al piano terra del Museo sono stati rinnovati. Si tratta di cinque sale, nonché del nuovo ingresso con il bookshop.
Il Museo si arricchisce così dal punto di vista espositivo e didattico, in quanto propone una parte considerevole della sua Collezione Romana e la totalità dei reperti di quella egizia.
La donazione, avvenuta nel 2002, della ceramica maya “Cesare Fabietti” da El Salvador ha permesso di inserire nel percorso archeologico uno sguardo sulle civiltà precolombiane del Centro America.
Il secondo piano, liberato dagli uffici, è stato adibito ad esposizione nel 2015-2016 e dedicato alle collezioni classiche. Qui all’interno di vetrine-armadio ottocentesche hanno trovato valorizzazione i vasi provenienti dall’isola di Cipro, quelli dalla Grecia e della Magna Grecia, dall’Etruria e la Collezione Tarantina con il capolavoro del Museo: il rhyton d’argento a forma di testa di cerbiatto del 400 a.C. Se nell’allestimento precedente erano esposti meno di cento pezzi, ora sono presentati al pubblico un migliaio.
L’8 giugno 2018, nell’anno del duecentocinquantesimo anniversario della tragica morte, per mano assassina a Trieste, il Comune di Trieste ed i Civici Musei rendono omaggio a J.J. Winckelmann (Stendal 9-12-1717 – Trieste 8-6-1768), quale genius loci dell’istituzioni museali triestine, intitolandogli il Museo d’Antichità, che ospita il suo monumento.
Il 17 gennaio 2020, nella ricorrenza del 170.mo anniversario della nascita di Carlo Marchesetti (uno dei primi indagatori del passato preromano del territorio intorno a Trieste, al quale il museo deve la maggior parte delle collezioni pre-protostoriche) sono state inaugurate le prime tre sale del primo piano nell’ambito del progetto generale di riallestimento dell’intera sezione. È stata l’occasione di un riordino complessivo delle raccolte, di un aggiornamento dei dati di scavo dei diversi siti ed è stato possibile presentare al pubblico la grande ricchezza dei materiali finora custoditi nei depositi.

Info:
Civico Museo d’Antichità J.J. Winckelmann – Piazza della Cattedrale, 1 – Trieste
Orario, da martedì a domenica, dalle 10 alle 17, Entrata libera​. Autobus n. 24
+39 040 310 500  – +39 040 308 686 – museowinckelmann@comune.trieste.it   

Fonte: www.museoantichitawinckermann.it

Bibliografia:
– AA.VV. VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA, Guide Archeologiche – Preistoria e protostoria in Italia – n. 7 – Civico Museo di Storia ed Arte e Orto Lapidario di Trieste, al XIII Congresso Int. Scienze Preistoriche e Protostoriche, Forlì 1996, Edizioni ABACO, pp. 311-321.

DMF

Periodo Storico: Protostoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza