E’ a oltre 500 metri sul livello del mare, nel cuore delle Prealpi Carniche, che riposano la bellezza e la tranquillità dell’altopiano di Pradis. Centinaia di cavità di origine carsica, una natura incontaminata ed un fascino antico sono le caratteristiche di questo luogo magico, ricco di storia, cultura e tradizioni millenarie.
Le Grotte di Pradis sono un complesso di cavità carsiche di varia estensione e profondità., posizionate a più livelli lungo una profonda forra scavata dal torrente Cosa. La loro origine è riconducibile all’emersione dal mare dei calcari a rudiste, rocce del Cretaceo superiore, durante la formazione delle Alpi e successivamente alla loro lenta corrosione chimica per effetto del carsismo. Si tratta, questo, di un meccanismo dissolutivo dovuto all’opera dell’acqua piovana con l’aggiunta dell’anidride carbonica. Se a questo meccanismo si associa l’intensa azione erosiva esercitata dal torrente Cosa con il trasporto di massi, ciottoli e sabbia, lo smantellamento della roccia calcarea risulta ben più consistente.
Già nel paleolitico l’uomo di Neanderthal e l’uomo anatomicamente moderno sapiens conoscevano questi luoghi e ne sfruttavano le loro ricchezze, utilizzando le grotte scavate nei millenni dal torrente Cosa e Rio Secco come ripari per le loro attività di caccia e raccolta.
Sono infatti numerose le grotte di Pradis che hanno restituito tracce del passaggio dell’uomo preistorico: oltre alle famose Grotte Verdi, attrazione turistica fin dal 1965, anno in cui la grotta della Madonna fu aperta al pubblico, a pochi passi di distanza è possibile visitare la grotta del Clusantin, riparo dei cacciatori di marmotte paleolitici, e la Grotta del Rio Secco, gioiello archeologico ancora in fase di scavo che testimonia il passaggio nell’altopiano di Pradis degli ultimi cacciatori neanderthaliani di orsi delle caverne.
Nel 1921 don Giacomo Bianchini, parroco di Pradis di Sotto, esaltava la bellezza di questi luoghi presagendone una futura valorizzazione. Le prime esplorazioni delle vicine Grotte furono compiute negli anni 50, ma fu nel 1964 che il parroco di Pradis di Sotto, Don Terziano Cattaruzza, decise di trasformare il posto in un luogo di culto e attrattiva turistica. Con l’aiuto di alcuni ragazzi e parrocchiani, riuscì a mettere in luce quello che oggi può destare tanta ammirazione.
La più grande cavità è la “Grotta della Madonna”, un vasto salone che ospita nel fondo una pregevole Madonna in bronzo dorato, opera del M.tro Costantini di Assisi. Durante la Messa Natalizia del 24 Dicembre 1968, la Grotta è stata denominata Tempio Nazionale degli speleologi. Da allora, ogni anno, il Gruppo Speleologico di Pradis cura l’organizzazione della “Messa di Natale in Grotta”, una manifestazione che richiama migliaia di persone.
Scendendo lungo la scalinata che porta nei meandri dell’orrido, si può ammirare l’imponenza del fenomeno erosivo del Torrente Cosa che ha creato un profondo intaglio nelle rocce calcaree.
Info:
Ecomuseo Lis Aganis, tel. 0427764425, fax 0427737682, e-mail: info@ecomuseolisaganis.it ; url: http://wwwecomuseolisaganis.it
Ingresso e visita guidata: € 7,50 (per almeno 10 persone).
Bibliografia:
N. J. Conard, J. Richter, Neanderthel Lifeways. Subistence and Technology 2011
A. Palma di Cesnola, Le paléolitique superiuer en Italie, Grenoble 2002.