In località Castelvecchio di Flagogna, presso la sommità del crinale scosceso (229 m. slm) che sovrasta lo sbocco in pianuta del torrente Arzino, poco a monte della sua confluenza nel Tagliamento, è stato individuato un contesto di particolare rilievo per quanto riguarda la seconda età del ferro.
Le indagini, svolte tra il 1990 e il 1994 a seguito di ricerche casuali, hanno portato alla luce, in un’area frequentata già nella tarda età del bronzo, due strutture seminterrate, presumibilmente con alzato in legno e/o in argilla armata, disposte lungo un asse est-pvest e pertinenti ad un complesso abitativo di modesta ampiezza riconoscibile grazie a tracce in superficie.
La casa più antica, delle dimensioni di 3,5×5,5 metri, con muratura a secco e dotata di uno stretto corridoio di accesso, andò distrutta a seguito di un incendio: i pochi materiali recuperati nello scavo indicano una datazione nella seconda età del ferro.
La seconda struttura era di maggiori dimensioni: mostrava evidenti tracce di ristrutturazione con tecniche edilizie mutuate dal mondo romano e risultava crollata, probabilmente nel I sec. d.C., dopo un periodo di abbandono.
Gli oggetti provenienti dal sito offrono per la frequentazione del complesso una cronologia compresa tra il IV e il I sec. a.C.: un pendaglio a rotella dentata, un braccialetto in vetro incolore, una fibula d’argento di schema medio La Tène mostrano stretti rapporti con il mondo celtico; drame venetiche in argento e un pendaglio a figura umana indicano rapporti anche con l’area venetica e retico-alpina. Di particolare interesse la fibula in argento, di grandissime dimensioni (lunghezza 20 centimetri), databile tra il IV e il III secolo a.C., forse proveniente da un’area dedicata al culto, che non è stata ancora individuata. Essa rientra nel gruppo delle fibule definite dagli studiosi di tipo Certosa, tipiche del costume maschele e femminile di un ampio territorio a sud e a cavallo delle Alpi già in un periodo preceltico; la ricca decorazione sulla staffa a motivi curvilinei a S tradisce, però, una diretta influenza dell’arte celtica.
Si può ritenere che il sistema abitativo allo sbocco della valle d’Arzino, di cui faceva parte anche la fortezza di Castelraimondo, fosse inserito, nelle fasi più antiche, in una sorta di frangia di espansione del mondo retico alpino, come dimostra, tra l’altro, una iscrizione retica. A partire dal tardo III secolo a.C il sistema si trovò collegato, mediante un percorso di fondovalle lungo l’Arzino-Degano che toccava anche la fortezza di Verzegnis-Mazéit e forse il Monte Sorantri di Raveo, al comparto carnico e di là al mondo celtico transalpino.

Fonte e Bibliografia:
Flaviana Oriolo, Giuliano Righi, Angela Ruta Serafini, Serena Vitri. Celti sui monti di smeraldo, Luglio Editore, San Dorligo della Valle TS, sett. 2015.

Info: Via Castello, Frazione Flagogna, Forgaria nel Friuli. Si arriva attraverso il sentiero naturalistico segnalato che parte presso la vecchia stazione ferroviaria lasciando l’auto nel piazzale dove ha inizio il Troi di Meni.
Pro loco Forgaria – Tel.: 0427 809091

Periodo Storico: Protostoria
Localizzazione Geografica
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