Questa piccola costruzione (misura circa 7 metri per 5) è visibile anche da lontano grazie al suo colore rosa intenso. La si può raggiungere attraverso una breve deviazione del sentiero che dal paese di Braulins, presso la località “I lavadôrs”, porta fino alla forcella tra le cime dei Monti Boscatz e Brancot.
Edificata intorno al XIII secolo sfruttando la parete rocciosa del monte Brancot che ne costituisce la parte posteriore, l’edificio risulta privo di facciata e per accedervi vi sono due ingressi laterali, uno a settentrione e uno a meridione. In bella vista vi sono una piccola abside semicircolare e la monofora del campanile a vela.
Non ci sono notizie certe in merito alla data di costruzione, la tradizione vuole che sia stata edificata sui resti di un tempio pagano di epoca longobarda. In merito all’origine della denominazione “dei Pagani”, G. Gortani scrive che la parola “pagano” serviva in origine ad indicare l’abitatore del pagus, cioè il contadino, distinguendolo dal civis, cioè l’abitante delle grosse borgate; più tardi la stessa parola venne usata per indicare un’idolatra, quando, cioè, nei centri maggiori il Cristianesimo era già ormai diffuso e tra le genti di campagna e dei monti, restie ad abbandonare le vecchie usanze religiose, questo stentava a diffondersi, per cui l’epiteto di “pagani” si usava per coloro che continuavano ad adorare vecchi idoli. La Savi Lopez racconta che, lungo quasi tutto l’arco delle Alpi, si trovano “case dei pagani”, cioè costruzione poste in genere in posizioni inaccessibili, in alto ed in posizione facilmente difendibile, in considerazione del fatto che i pagani erano mal visti dai cives e quindi costretti a vivere lontani dalle borgate. Osservando la chiesetta, aggrappata alla parete rocciosa, viene facile assimilarla ad un primitivo rifugio di pagani; inoltre, secondo la tradizione popolare, nei pressi della chiesetta vi era un piccolo cimitero in cui vennero sepolti gli ultimi pagani.
Dopo un lungo periodo di abbandono e dopo essere stata danneggiata dal terremoto della Carnia del 1928, fu risistemata l’anno successivo e consacrata in onore ai caduti della Grande Guerra. È uno dei pochi edifici di valore artistico architettonico della zona che si sono salvati dalla distruzione del terremoto del 1976.
L’interno è caratterizzato da un soffitto a travatura lignea decorata. Il pavimento è in cotto posato a spina di pesce. Nell’abside si conserva un affresco della SS. Trinità della fine del Cinquecento e sulla parete orientale uno, risalente alla fine del Duecento, raffigurante San Michele Arcangelo impegnato a pesare con la bilancia le anime dei defunti. Di entrambe le opere non è noto l’autore anche se per quella del Cinquecento si pensa che fosse della cerchia del sandanielese Giulio Urbanis.
Il culto a San Michele, oltre ad essere uno dei più antichi e diffusi, ha trovato modo di manifestarsi in numerose altre zone della Val del Lago e del Gemonese. La stessa chiesa parrocchiale di Braulins è a lui dedicata. A conferma della sua derivazione longobarda, gli studiosi ricollegano questo culto alla presenza di insediamenti longobardi. Questo popolo germanico si convertì gradualmente al Cristianesimo, a partire dal suo arrivo in Italia (568 d.C.) sino alla fine del VII secolo, e attribuì a San Michele le virtù guerriere che prima ritrovava nel dio pagano Odino.

Bibliografia:

 – E. Rossi, San Michele dei pagani: la chiesa nella roccia da http://www.loppure.it/san-michele-dei-pagani-la-chiesa-nella-roccia/

 – Chiesa di San Michele dei Pagani in Monte Trasaghis da: http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane

 – P. Montina, Braulins: un castello, una chiesa, una grotta in Sot la Nape 1949-1979 bollettino bimestrale della Società filologica friulana, 1979, pp. 14-16.

 – http://www.fotonordest.com/forum/paesaggi-urbani-e-architettura/s-michele-dei-pagani/


Autore:

Silvia Cattivello – silviacatti@gmail.com

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza