La chiesa di Santa Maria di Castello è il più antico edificio sacro di Udine. E’ possibile che esistesse già in epoca longobarda essendo stati rinvenuti all’interno, durante i restauri del 1928-30, materiali lapidei risalenti all’VIII secolo, tra cui un’epigrafe con il nome di Liutprando, re dei Longobardi (712-744). Quale fosse, tuttavia, l’aspetto della chiesa non è dato sapere, anche se si può ipotizzare avesse piccola dimensione e fosse absidata.

È certo che la chiesa attuale riflette modi e schemi incontestabilmente romanici. Ne è stata ipotizzata la costruzione all’inizio del XI secolo, in considerazione del fatto che la precedente chiesetta poteva essere stata distrutta dalle feroci invasioni degli Ungheri. Considerando l’impianto dell’edificio, pare, tuttavia, preferibile pensare all’XII secolo per le similitudini con altre chiese dell’Italia settentrionale e della Carinzia con cui condivide la partizione in tre navate.
La chiesa di Santa Maria era la pieve di Udine e tale rimase fino a poco dopo la metà del XIII secolo. In questo periodo venne abbellita con preziosi affreschi che, ancora più o meno conservati, ne decorano le absidi.
Il rovinoso terremoto che il 26 marzo del 1511 colpì Udine, produsse danni irreparabili. Negli anni seguenti all’evento tellurico, campanile e facciata vennero abbattuti e ricostruiti nelle forme che tuttora si ammirano. All’interno, invece, la chiesa continuò nel tempo a mutare volto sia per le numerose opere d’arte ivi collocate, sia per lavori di riadattamento.

LA FACCIATA

La facciata della chiesa è posteriore al terremoto del 1511. È divisa orizzontalmente in due parti: l’inferiore, tripartita da lesene corinzie sormontata da capitelli dello stesso ordine, presenta ai lati due finestre di notevole dimensione, mentre nella parte centrale fa mostra di sé un ampio portale ricco di effetti chiaroscurali. Gli stipiti, che ripetono il motivo delle lesene e vedono il loro slancio verticale spezzato a metà da un tondo marmoreo, sono sormontati da capitelli, adorni di figure mitologiche, sui quali si imposta l’architrave. Al di sopra, una lunetta ad arco fortemente ribassato e con motivo a dentelli. La parte superiore della facciata è caratterizzata dalla cornice marcapiano, fortemente aggettante; in corrispondenza di quelle inferiori si alzano due lesene corinzie, che sostengono un timpano –raccordato all’ordine inferiore da due volute semicircolari – sotto il quale campeggia un ben proporzionato oculo.
Desta qualche curiosità la presenza, nel capitello angolare della lesena di destra, di due minuscole teste tanto caratterizzate da poter essere considerate veri e propri ritratti: dei costruttori, forse, se non dei committenti.

L’INTERNO
Le tre navate, divise per mezzo di archi e pilastri, conducono ad absidi di cui la centrale, più vasta, e la laterale destra conservano importanti affreschi, quasi del tutto scomparsi, invece, nell’absidiola di sinistra.

La navata di destra
Subito a destra, inserito in una cornice lignea a fogliami, è esposto un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino probabilmente datato al 1540 ed attribuito a Gaspare Negro.
Poco oltre l’affresco, una nicchia in parete contiene una statua lignea rappresentante la Dormitio Virginis di fattura seicentesca.
Poco oltre la nicchia, si trovano illeggibili lacerti di una decorazione a fresco duecentesca ed un più tardo affresco (fine del XIV e l’inizio del XV secolo) nel quale l’unica parte comprensibile è la figura inginocchiata di un cavaliere, visto di profilo, alle cui spalle è posta una persona con la mano sinistra appoggiata sulla sua testa.
L’abside conserva uno dei cicli pittorici medioevali più importanti del Friuli. Nei pennacchi dell’arcone sono raffigurati a destra Caino che offre il grano al Signore, a sinistra Abele (di cui rimane soltanto un piede; nell’intradosso motivi geometrici e riquadri; nel catino, la Deposizione dalla croce; nell’emiciclo gli Apostoli; nel basamento, all’interno di un vasto velario, un offerente; nella parete esterna sinistra la Morte della Vergine ed il Battesimo di Cristo.
La Deposizione della Croce è una complessa composizione ispirata ai Vangeli apocrifi ed iconograficamente strutturata secondo un modello diffuso in epoca romanica: al centro è raffigurato Cristo nel momento in cui viene staccato dalla croce da Nicodemo (in piedi su uno sgabello) e da Giuseppe di Arimatea (in bilico su di una scala) ed ha la mano sinistra ancora attaccata alla croce; ai lati: a destra San Giovanni, a sinistra la Madonna dietro la quale stanno le tre Marie. Sopra i bracci corti della croce sono dipinti due angeli dolenti; tutta la scena ha per sfondo la veduta ideale della città di Gerusalemme. Il ciclo di affreschi pare risalire al secondo quarto del XIII secolo e viene attribuito al “Primo maestro di Santa Maria in Castello” il quale fu attivo con la sua bottega a Udine e nel territorio intorno alla città (da Fagagna a Martignacco, Beivars, Primulacco e Pasian di Prato); le componenti stilistiche delle sue opere vanno ricercate nell’area orientale dell’Italia Settentrionale così come nel territorio austriaco, in particolare nel salisburghese.

 

La navata centrale
Al sommo dell’arco trionfale, poco sotto la capriata si trova l’affresco cinquecentesco raffigurante Cristo benedicente entro un tondo affiancato da due angeli musicanti.
L’abside è coperta di affreschi in pessimo stato di conservazione, appartenenti a momenti stilistici diversi.
Nel catino absidale si vede un’Incoronazione della Vergine, molto malandata appartenente all’avanzato sec. XIV e attribuibile ad un maestro locale (la testa della Madonna è un rifacimento volgare del XVI sec.). Nel sottostante emiciclo le pitture si sviluppano su due registri: in quello superiore una mutila teoria degli Apostoli del XIV sec. cui si sovrappone, a sinistra, un’Adorazione dei pastori databile alla metà circa del Quattrocento.
Il registro inferiore presenta solo minimi brani di affreschi originali: Vescovo, Santa Elisabetta, Compianto sulla Madonna morta che evidenziano la mano di un buon pittore della fine del Trecento.

L’abside di sinistra
Delle tre è la più malandata; vi si scorgono minime tracce dell’antica originaria pittura di epoca romanica: una decorazione a riquadri con motivi geometrici o ad onda nella zona basamentale e, nell’emiciclo, la parte inferiore di alcune figure con abiti principeschi inserite entro finti intercolumni.
Nei pennacchi dell’arco trionfale sono presenti due figure affrescate ancora sufficientemente leggibili: a destra si riconosce San Giovanni Battista che reca un cartiglio, a sinistra si può vedere un personaggio dall’aspetto giovanile, nimbato con una lunga tunica giallo ocra. Si può pensare alla raffigurazione del Salvatore oppure a quella dell’arcangelo Gabriele. Sul piano stilistico, gli affreschi paiono appartenere allo stesso periodo di quelli dell’absidiola di destra (sec. XIII), ma ad una cultura decisamente più “lagunare”.
Nella parete della navata di sinistra, staccato dalla chiesa di San Giusto a Premariacco, vi è l’affresco raffigurante San Giusto e San Michele, databile al 1445.
L’affresco successivo, con il Martirio di San Lorenzo cui si sovrappone un riquadro con Santi e Madonna con Bambino, è quasi illeggibile.

IL CAMPANILE DELL’ANGELO
Il campanile cinquecentesco, con i suoi 43 metri d’altezza domina la vasta pianura friulana e, sormontato dall’angelo girevole è un po’ il simbolo di Udine e del Friuli. Fu, probabilmente, eretto al posto di una delle torri di vedetta del recinto fortificato. La costruzione, eseguita su progetto di Gaspare Negro, fu sospesa nel 1511 e ripresa nel 1539 quando Giovanni da Udine portò a termine la cella campanaria, il tamburo e la cupola emisferica.

Info: info@cattedraleudine.it  – museoduomoud@gmail.com  – Uffici parrocchiali Cattedrale di Udine: 0432.505302

Bibliografia:
– BERGAMINI G., La chiesa di Santa Maria di Castello in Udine, Tavagnacco (Ud) 2004.
– CASADIO P., Gli affreschi duecenteschi del sacello primitivo in La chiesa di Santa Caterina a Pasian di Prato nella parrocchia di Basaldella a cura di Paolo Casadio e Rossella Fagiani, Udine, Forum 2009, p. 85.
– AA.VV., Itinerari turistico – archeologici del Friuli Venezia Giulia, Società Friulana di Archeologia ONLUS, 2004, p. 13.

(S.C.)

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
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