A Nimis, nel borgo Molmentèt, si trova una chiesetta dedicata a San Mauro Abate e alla Madonna della Salute.
La strada che le scorre accanto – e che ora è secondaria – è stata per secoli la via principale di Nimis che collegava l’imboccatura della valle del Cornappo al guado del fiume Torre.
Costruita dai Romani, era infossata tra i campi e nel Medioevo passava attraverso la Centa, il luogo ove si riunivano i capifamiglia per prendere le decisioni riguardanti l’intera comunità.
Secondo la tradizione popolare il conte pecoraio Mauro, preoccupato per una malattia che uccideva intere greggi di ovini, fece un voto al suo santo protettore: se le pecore si fossero salvate, avrebbe costruito una chiesetta in suo onore sui bordi del pascolo. Il desiderio fu esaudito e il conte mantenne la promessa. Mancano però notizie storiche a conferma.
Al di là della tradizione, i primi documenti storici relativi alla chiesa sono, come spesso accade, le registrazioni dei lasciti testamentari e delle visite pastorali. La citazione più antica della chiesetta risale al 1281, quando Enrico di Qualso, canonico di Cividale, fece una donazione testamentaria a San Mauro.
Esplorazioni archeologiche nel 1993 hanno evidenziato come vi fosse un più antico edificio cultuale risalente al periodo paleocristiano (IV-V sec.) sui resti di un’ancor più antica costruzione di età protostorica. Sono stati ritrovati frammenti di ceramica databili fra il VI e l’VIII-XI secolo che contribuiscono ad attribuire l’opera all’alto medioevo. Nel periodo preromanico (X-XII sec.) la chiesetta subì modifiche assumendo le dimensioni odierne. Nel trecento essa fu abbellita da pregevoli affreschi di cui restano però scarse tracce.
Nel 1595 durante una visita pastorale fatta dal canonico Girolamo De Vico lo stesso ordinò di rinnovare la pala d’altare che era in cattive condizioni. Pochi anni dopo, nel 1601, mons. Agostino Bruno di Sebenicco, anch’egli in visita pastorale, lasciò una descrizione della chiesa rilevando come fosse costruita su fondo proprio, circondata da un cimitero chiuso da un muricciolo. La chiesa era lunga circa 11 metri, larga 5 e altrettanto alta, era coperta da un tetto molto spiovente ed in cima alla facciata aveva un campaniletto a vela con una sola campana. Intonacata all’esterno e imbiancata all’interno aveva nell’absidiola un piccolo altare con sopra una icona che ritraeva tre santi (San Benedetto, San Mauro e San Leonardo). Il visitatore notò come tanto la pala dell’altare che l’acquasantiera erano “indecenti”, e che le tre finestre che davano luce alla chiesa non si chiudevano. Così mons. Bruno proibì la celebrazione della Messa finché il cameraro e la confraternita non avessero provvisto un altare più decente. Nel 1660 il canonico Virginio Manin, visitò nuovamente San Mauro, trovando che non c’era ancora un altare consacrato e nel 1692 Mons. Niccolò Gabrieli, incaricato dal patriarca di visitare la diocesi, trovò ancora insufficiente e mal tenuta la suppellettile e giudicò bisognosa di restauro la pala dell’altare; così ordinò: «Che sia rinfrescata la Palla».
Evidentemente la chiesa venne a lungo trascurata dal cameraro e dalla confraternita, sia pure per mancanza di mezzi. Questa volta però gli ordini furono eseguiti, ma invece di rinnovare la vecchia pala di legno ridipingendola ancora una volta (già portava diversi strati di colore) si pensò di fare una pala nuova a olio su tela, più rispondente ai gusti del tempo e alle devozioni popolari.
A Venezia nel 1687 era stato consacrato il tempio della Madonna della Salute, eretto per voto alla Madonna che aveva salvato la città, nel 1630, da una terribile pestilenza e negli stessi anni la devozione alla Madonna della Salute raggiunse anche Nimis, affiancandosi in questa chiesetta a quella tradizionale per San Mauro Abate.
La nuova pala venne realizzata da Lucillio Candido da Venzone e presentava una Madonna in trono con il bambino ed angeli e al di sotto in tre scomparti tre santi, al centro San Mauro abate tra Sant’Antonio abate e un santo in abiti vescovili, forse San Leonardo. Nel 1973 ignoti ladri trafugarono la pala del Candido, che non fu più ritrovata. Oggi è presente una copia. Assieme alla pala furono rubati due quadri di s. Pietro e s. Paolo, che erano appesi alle pareti laterali, a fianco dell’altare. Della vecchia pala si conservò solo la statua di s. Mauro, consunta dai tarli e monca della mano sinistra e, forse, anche due angeli.
Nel 1841 a seguito delle leggi napoleoniche il cimitero venne spostato. Le più grandi trasformazioni si ebbero nella seconda metà del secolo XIX. Venne eretto un nuovo campanile e demolito quello a vela, la facciata venne sopraelevata e trasformata in forme neoclassiche, venne costruita la sacrestia.
Nel ‘700 la famiglia Fior aveva acquistato dei terreni nella zona, costruendo un palazzo signorile con un parco, a ridosso della chiesetta. Verso la fine del secolo la signora Teresa Fior donò alla chiesa di San Mauro o della Madonna della Salute un bell’altare in marmo che sostituì quello in legno precedente conservando la tela del Candido. Il nuovo altare fu benedetto ed inaugurato il 21 novembre 1894. L’antico pavimento venne sostituito da uno in piastrelle.
Durante l’incendio di Nimis del 29 settembre 1944, e l’occupazione cosacca, la chiesa di s. Mauro subì dei saccheggi come le altre chiese del paese. Dopo un primo ripristino, nel 1960 la chiesa fu oggetto di restauro, venne dotata di nuovi arredi e vennero restaurati gli angeli in legno. Nel 1976: la chiesetta subì danni dal terremoto e tra il 1990 e il 1993 fu oggetto di un complessivo restauro.
Oggi l’edificio si presenta con prospetto principale a capanna dal timpano alquanto sopraelevato con pesante cornice in stucco. La facciata è tripartita da finte lesene in intonaco con portale in pietra modanata con architrave, due finestre rettangolari laterali e una lunetta sovrastante. L’interno, dal soffitto a capriate e tavelle dipinte, è ad aula unica con pareti intonacate e pavimentazione in piastrelle quadrate disposte a losanga. Il presbiterio, rialzato di un gradino, prospetta con l’arcosanto a tutto sesto; nella parte sinistra dell’abside si trova la porta alla torre campanaria. Lungo la parete meridionale sono presenti due finestre rettangolari, l’ingresso secondario e una nicchia rettangolare. Nella fase di restauro non è stata ricostruita la sacrestia che era aggiunta dietro l’aula. La torre campanaria si addossa tra l’abside e l’angolo posteriore a settentrione.
Una statua di scuola friulana del XV secolo ritraente San Mauro Abate proveniente dalla chiesa è oggi conservata al Museo Diocesano di Udine.

Fonti:
– Bertolla Pietro. La chiesetta d S. Mauro in Nimis. Arti Grafiche Friulane Udine. 1981.
– Marchetti Giuseppe (a cura di Gian Carlo Menis). Le chiesette votive del Friuli. Società Filologica Friulana. Arti Grafiche Friulane, Udine riedizione 1990
– Cartelli informativi all’esterno della chiesa
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=68572

Localizzazione: Nimis (UD) Località Molmentet. Via San Mauro.

Fruibilità: Visibile dall’esterno. Fa parte della Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio martiri di Nimis.

Data ultima verifica: luglio 2020

Autore: Marina Celegon

Galleria immagini, a cura di Marina Celegon. Immagine in bianco e nero da Bertolla 1981.

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza