Ad ovest di Nimis scorre un torrentello, il Cjaròn, che nasce ai piedi di Sedilis e sfocia nel Torre, formando un avvallamento sempre più profondo. Alla sua destra, di fronte alle ultime case del borgo Molmentét e a ridosso di una catena di colline boscose, si eleva un ampio pianoro, che una volta offriva fertili pascoli e si chiamava Planedis, citato già in documenti del 1323. La chiesa dedicata alla Madonna che vi sorge sopra è denominata Madonna delle Pianelle, con evidente riferimento al fondo sul quale fu costruita.
Fu qui che nel 1467 il popolo di Nimis costruì una chiesetta in onore della Beata Vergine come attesta una lapide murata all’esterno del presbiterio.
La tradizione racconta che in questo luogo apparve a due uomini la Madonna che chiese loro di informare gli abitanti di Nimis che desiderava una chiesa in quello stesso sito. Uno dei due incredulo rise del compagno che diceva di parlare con la Madonna. Rimasto improvvisamente cieco chiese perdono alla Madonna e riacquistò la vista. Gli abitanti di Nimis, sentito il racconto, decisero di costruire una chiesa sulla vicina collina per evitare il rio Chiarori che confluiva nel Laorzan, il cui corso era troppo vicino. Accadde che quanto veniva costruito di giorno veniva distrutto la notte. Nella zona dell’apparizione vennero anche trovate quattro “pianelle” (mattonelle) che formavano un quadrangolo. Questa fu presa come una seconda indicazione della precisa volontà della Madonna e proprio qui venne costruita la prima chiesa che prese per questo la denominazione di chiesa della Madonna delle Pianelle.
All’inizio del ‘500 un pittore e intagliatore, oriundo dalla Baviera e domiciliato prima a Cividale e poi a Tarcento, Gian Paolo Thanner (o Tonnar) affrescò numerose chiesette rurali, specialmente nell’arco pedemontano nord-est e più ancora nella zona percorsa dal Torre. A lui ricorsero gli abitanti di Nimis nel 1534 per la realizzazione di un ciclo della passione di Cristo. La chiesa venne arricchita anche con una pala d’altare di Giacomo Secante.
Mons. Agostino Bruni di Sebenico e canonico di Cividale nel 1601 lasciò una descrizione che si ritiene rappresentasse la chiesa ancora nella sua configurazione originale di chiesetta di campagna con un portico che serviva da atrio ed al vertice della facciata un campanile a vela. Registrava il canonico che gli affreschi con episodi della vita di Cristo erano molto rovinati dall’umidità.
Nel 1644 il campaniletto a vela venne demolito e, sul lato nord del presbiterio, venne costruito un campanile a torre ed aggiunta una sacrestia. Tra il 1773 – 1778 la chiesa venne allungata ed elevata e nel 1876 venne alzato anche il campanile. Nel 1900 per fare spazio al nuovo organo e alla cantoria, venne demolita la facciata, ampliato l’atrio e nella nuova facciata vennero ricollocate le finestre e il portale settecenteschi. Nel 1924 la chiesa fu gravemente danneggiata da un fulmine e durante la seconda guerra mondiale subì dei notevoli danni.
In occasione dei restauri avvenuti tra il 1945 e il 1946 vennero scoperti nel lato nord della navata alcuni lacerti di affreschi del Thanner. Ulteriori restauri interessarono l’edificio dopo il terremoto del 1976, nel 1986 e nel 2005.
La chiesa attuale è architettonicamente frutto della ristrutturazione del 1773-78. Oggi la facciata è sormontata da un timpano e preceduta da un portico rettangolare. L’interno dell’aula è scandito da lesene in stile ionico e da due cappelle laterali affrontate. Il presbiterio è rialzato di due gradini. L’altare maggiore è dei primi del Settecento.
Notevole una venerata statua di maestro friulano del XV secolo rappresentante la Madonna con Bambino e angeli in pietra dipinta.
Nell’altare di San Giuseppe è collocata una pala a fresco di Titta Gori (1889); in quello di S. Valentino una pala con i Ss. Valentino, Osvaldo e Nicolò di Giulio Andrea Manini (1786).
Vi sono collocati riquadri a fresco del 1942 di Giacomo Monai di Nimis con Annunciazione, Presentazione al Tempio, Immacolata concezione, Assunzione al cielo. Nel settembre 2018 un principio d’incendio ha distrutto la pala votiva dedicata a San Valentino.
A settembre si tiene sul sagrato della chiesa la frequentatissima “Sagre des Campanelis”, tra le più antiche del Friuli.
Dopo il terremoto del 1976, si era posto il problema se ricollocare al loro posto le pitture di Monai, che si erano dovute rimuovere per consentire i lavori di consolidamento antisismico, oppure collocare in vista i lacerti cinquecenteschi di Gian Paolo Thanner sostituendo quelli di Monai. Prevalse la prima soluzione ed i lacerti di affreschi vennero trasferiti nel Duomo di Nimis dedicato a Santo Stefano Protomartire, edificato nel 1943 e consacrato nel 1959.
Nel Duomo oggi si può ammirare, montati su pannelli, quanto recuperato degli affreschi del ciclo della Passione di Cristo realizzati dal Thanner dei quali sono qui riportate alcune foto. Per una descrizione degli affreschi e relative foto si veda la scheda archeocarta “NIMIS (UD) – Duomo di Santo Stefano Protomartire”.

Fonti:
– Bertolla Pietro. La Madonna delle Pianelle Nimis. Udine Tipografia Arti Grafiche Friulane 1967
– Bincoletto Federico (a cura di) Sulle vie del Thanner. Itinerari alla scoperta di tesori d’arte nelle chiese del Friuli centro-orientale. Pro loco “Gio Batta Gallerio” di Vendoglio (Treppo Grande). 2009
– Marchetti Giuseppe (a cura di Gian Carlo Menis). Le chiesette votive del Friuli. Società Filologica Friulana. Arti Grafiche Friulane, Udine riedizione 1990
– Chiese italiane link: http://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=68567#

Info:
Indirizzo: SR356, 76, 33045 Nimis UD

Data ultima verifica: luglio 2020

Autore: Marina Celegon

Immagini: Marina Celegon.

 

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza