Il sito, localizzato in comune di Chions al confine con l’estremità orientale del comune di Azzano Decimo, lungo il corso della Roggia Baidessa, venne individuato all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso da A. Grillo in seguito a lavori eseguiti nel letto della roggia stessa; ad una prima individuazione di materiali nel terreno di risulta dall’alveo, se ne individuò in abbondanza nei livelli esposti dal fondo della roggia ed un vasto affioramento alla superficie del terreno contiguo alla Roggia Baidessa.
Il rinvenimento suscitò da subito notevole interesse per la qualità, la quantità e lo stato di conservazione di recipienti di terra sigillata di età augustea, alcuni dei quali (in particolare le tazze ad alto collo di Sarius) sono divenuti dopo il restauro alcuni dei reperti più rappresentativi e noti del Museo di San Vito.
Le ricognizioni periodiche sul sito, in particolare dopo i lavori di ripulitura del fondo e delle sponde della roggia, portarono Addone Grillo ad ulteriori cospicui recuperi di materiali, in particolare nel 1982, 1998 e 2008, oltre ad altre raccolte da parte di altri appassionati.
I materiali di Gheno, ed in particolare la ceramica fine, sono stati studiati da Franca Maselli Scotti e da Maurizio Buora; più di recente il materiale di Gheno è stato studiato da Paola Ventura e Patrizia Donat (Ventura, Donat 2003).
Dal punto di vista cronologico la limitata presenza di ceramica a vernice nera di aspetto molto tardo e di ceramica grigia unitamente alla massiccia documentazione di ceramica augustea permette di attribuire a quest’epoca la fondazione del sito, la cui vita non sembra essersi prolungata significativamente oltre la metà del I secolo d.C.
I materiali dalla Roggia Baidessa erano stati interpretati inizialmente come un grande scarico, di materiale defunzionalizzato o, sulla base di un supposto scarto di cottura, dell’attività di una fornace; l’ampiezza degli spargimenti ha fatto poi pensare alle tracce di un’area di deposito-magazzino.
Per Eleonora Destefanis in effetti, considerando l’ampiezza e la varietà dei materiali rinvenuti, sarebbe possibile ipotizzare la presenza di una villa (Destefanis, Tasca, Villa 2003).
All’abbondante documentazione ceramica recuperata, fa fronte una quantità irrisoria di reperti metallici (fibula inv. 398.929).
Dall’area di Gheno è inoltre segnalata la presenza episodica di resti litici, genericamente riferibili alla preistoria recente (inv. 112.218 – 112.221).

Bibliografia:
Destefanis 1999, n. 82

Fonte:
– Giovanni Tasca, Schede dei siti documentati nel catalogo, in Metalli antichi del Museo di San Vito al Tagliamento: l’età romana e altomedievale, di Annalisa Giovannini, Giovanni Tasca, p. 17.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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