Già nell’anno 1945 furono trovati casualmente due scheletri in piazza Municipio a Pordenone. Come riferiscono i giornali del tempo uno di uesti scheletri portava un “braccialetto di filo di bronzo con una fine cuppola infilata”; il reperto purtroppo andato distrutto.
Altre ossa umane a cui non fu prestata attenzione – vennero alla luce negli anni sessanta durante lavori di restauro all’interno di Palazzo Ricchieri.
Nel 1985 furono trovati nuovamente scheletri nel portico di Palazzo Ricchieri: uesta volta la maggior parte delle tombe con corredo fu salvata grazie all’intervento di Marco Tonon, direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Pordenone.
Il materiale archeologico proveniente da 5 tombe, è stato studiato da Marco Brozzi, il quale lo ha riconosciuto come appartenente alla “Cultura di Kottlach” e datato alla seconda metà del X secolo – primo decenni dell’XI secolo.
Nel 1988 i lavori di restauro venivano ripresi nel pianterreno del Palazzo Ricchieri in una zona collegata al portico. Nell’ipotesi piuttosto probabile di nuovi ritrovamenti furono eseguiti degli interventi sistematici da parte del Museo Civico di Storia Naturale di Pordenone in collaborazione con la “Cooperativa Prometeo” e con il finanziamento del progetto “Origini di Pordenone”. Durante gli scavi furono scoperte in due ambienti (Area A e B) del pianterreno 18 tombe, ad una profondità variabile da 60 a 100 cm sotto il pavimento moderno. Le tombe erano scavate nello strato sterile di ghiaia alluvionale. In genere non si notarono costruzioni tombal, ad eccezione di 2 casi (tomba 16, 18) in cui si osservarono resti di legno, che potrebbero derivare da una cassa oppure un rivestimento ligneo della fossa tombale. Nella tomba 23 furono rinvenute 4 grosse pietre ai piedi del defunto.
Le tombe si trovano in 5 (incluse le tombe del 1985 in 7) file parallele e sono orientale in direzione O-E (con la testa ad ovest). Solamente le tombe 22 e 23 sono orientate OSO-ENE. Alcune tombe (17,20,24,30,32,36) furono parzialmente distrutte negli anni 1965-70 durante lavori di fondazione e canalizzazione. Non tutti gli scheletri si sono conservati completamente. La determinazione del sesso e dell’età è stato comunque possibile. Adulti e bambini, come pure maschi e femmine, sono presenti in numero pari. All’interno della necropoli non si sono osservate distinzioni topografiche collegate a età o sesso. 4 tombe con bambini si concentrano però nell’area B degli scavi. Non abbiamo tombe di coppie. Nel caso delle tombe 22 e 23 una delle due sepolture è precedente , come risulta anche dalla maggiore profondità della fossa e dal fatto che la tomba 22 è disturbata dalla sepoltura 23, parallela e molto vicina. Solamente 3 (20,21,30) delle tombe erano prive di corredo. Questo è molto probbilmente dovuto al pessimo stato di conservazione delle sepolture. La maggior parte delle tombe conteneva almeno uno, molto spesso alcuni e nel caso della tomba 31 persino 10 oggetti di corredo. Come già nel 1985 non sono stati rinvenuti nè resti di ceramica nè ossa di animali.
Il materiale archeologico può essere diviso in due gruppi: oggetti d’uso e ossa di animali.
Al primo gruppo appartengono coltelli di ferro, che sono stati deposti in 4 tombe (15,16,18,23) di adulti (25,30,30-35,40 anni). Coltelli con lama lunga facevano parte solo di corredi maschili, mentre coltelli con lama corta furono trovati rispettivamente in una tomba maschile e in una femminile. Sempre al primo gruppo appartengono chiavi in ferro, trovate in 3 tombe (14,23,24). Tutte le chiavi presentano tracce di tessuto, il quale può derivare dai vestiti oppure da un piccolo contenitore di stoffa appeso alla cintura.
Al secondo gruppo appartengono orecchini, “Schlafenringe£, fibule in lamina di bronzo a “bracci eguali”, fibule in lamina di bronzo a ottone, anelli di bronzo, 2 pendenti in forma di cuore in bronzo, e varie perle di pasta vitrea.
Più frequenti sono “Schlafenringe” semplici di filo di bronzo che si trovano dappertutto nel territorio di diffusione della “Cultura di Kottlach” e presentano una chiusura a gancio (18,2231,30) oppure a ingrossamenti terminali (17,19,24,25,35). “Schlafenringe” di filo di bronzo possono essere anche decorati o con un solo filo a più avvolgimenti (31) o con filo ritorto e bacche in lamina di bronzo.
Orecchini con una perla di vetro oppure in lamina di bronzo infilata sono un elemento molto frequente nell’orizzonte più antico di Kottlach.
Inoltre sono venuti alla luce anche 3 orecchini a lunula in bronzo: uno battuto in pessimo stato di conservazione, soprattutto per quanto riguarda la decorazione, forse costituita da un motivo a breccia (cfr. Kranj, Bled), ed un paio con decorazione a smalto in blu e rosso, 3 defunti (2 femmine, 1 maschio), avevano anelli alla mano destra; nella tomba 31, la tomba di un bambino, si osservavano 2 anelli sia sulla mano destra che su quella sinistra. Si tratta di 5 esemplari diversi con (18,23) e senza (31,24) decorazioni. Il secondo anello della tomba 31 è invece un “Schkafenring” usato come anello.
Le fibule si trovano in 6 tombe: appartengono sia al tipo “a braccia uguali” (14,24) che il tipo a bottone (17,18,19,25) e sono decorate. Nel caso della tomba 24 si tratta di un motivo molto particolare, asimmetrico, senza confronti nel materiale finora conosciuto. La fibula della tomba 144, male conservata, molto probabilmente è decorata da un motivo a uccello stilizzato. I motivi delle fibule a bottone (19,25) sono invece ben conosciti: si tratta di fiori a tre o quattro foglie. La fibula della tomba 17 presenta un motivo zoomorfo stilizzato.
In 2 sepolture (14,24,25) sono state rinvenute anche delle perle, soprattutto del tipo che conosciamo per esempio da Kranj. Nella tomba 31 sono venuti alla luce anche 2 pendenti a forma di cuore, identici agli esemplari trovati a Kottlach stesso oppure a Langenschonbichl.
Il materiale archeologico di Pordenone appartiene alla “Cultura di Kottlach (VIII-I sec.), la quale si è sviluppata come cultura autoctona nelle Alpi orientali – dove in origine abitavano gli Slavi alpini – all’interno dell’Impero dei Carolingi ed Ottoni in una zona chiusa e relativamente piccola. Soprattutto i contatti fra Slavi, Carolingi ed Ottoni sono stati determinanti per la formazione di questa cultura. La maggior parte del materiale della necropoli di Palazzo Riccheri rientra nell’orizzonte recente della “Cultura di Kottlach”, di cui entrano a far parte nel X secolo anche elementi della “Cultura di Bjelo Brdo”, che si trovano anche a Pordenone. Un paio di orecchini di filo di bronzo con una perla di vetro infilata verticalmente (tomba 32), e le sepolture 15 e 16, che hanno come unico oggetto di corredo un coltello di ferro, sono indicative della fase più antica della necropoli.
La chiara conoscenza tra il materiale del 1985 e quello del 1988 non solo lascia pensare che il “braccialetto” del 1945 sia un altro “Sclafenring” – tenendo presente il fatto che già prima furono trovate delle tombe nella zona di Palazzo Riccheri e che molto probabilmente già durante la costruzione del palazzo stesso nel XIV secolo, ed anche in seguito (XVI sec.), furono distrutte delle sepolture – fa anche presumere che nel nostro caso abbiamo a che fare solamente con una parte di una necropoli più grande, la quale si estende sulla leggera collina sopra il fiume Noncello molto vicino al duomo di Pordenone, la cui costruzione iniziò attorno alla metà del XIII secolo sul luogo di una chiesa più antica. Questa necropoli può essere datata dalla metà del IX e verso la fine dell’VIII sec. fino alla fine del X – inizio dell’XI secolo.
Confronti evidenti con la necropoli di Turrida (Pn) dimostrano che Pordenone non è un caso unico. Come si vede dal materiale toponomastico gli insediamenti slavi altomedievali oltrepassavano il Tagliamento. Anche il quartiere del comune vicino (Cordenons), confinante con Pordenone, si chiama Sclavons. Siti con ritrovamenti della “Cultura di Kottlach” però erano finora noti solo ad est del Tagliamento ed in Carnia.

Autore: Brigitta Mader

in Pordenone Gemona. L’antica strada verso l’Austria, AA.VV., Pordenone 1997. p. 45-48.

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica