Imboccando un viottolo trasversale alla via Sacra (parallelo ai binari della ferrovia) si raggiunge un’area di scavo in cui sono visibili pavimenti e fondazioni di case romane.
Si tratta di abitazioni patrizie, dai pavimenti musivi bellissimi e molto delicati, ragion per cui alcuni sono stati portati al Museo Archeologico (si tratta di esempi molto preziosi, come il pavimento del fiocco, l’asaroton e quello con l’immagine della Nereide).
È difficile dire che tipo di pianta e quante stanze avessero queste case, a causa della scarsità di resti rimasti e della perdita delle soglie; i pavimenti ritrovati in alcuni casi erano sovrapposti (e il restauro ha sopraelevato i superiori per rendere visibili i pavimenti sottostanti), il che significa che esse furono abitate a lungo, e subirono quindi rimaneggiamenti e ripavimentazioni (dal I al IV sec. d.C.).
L’entrata di una domus doveva trovarsi su un cardine parallelo alle mura (si notino tratti di basolato a dorso d’asino nascosti tra l’erba, proprio al limite del recinto, verso il Natissa). Essa aveva un peristilio – cioè un portico che correva intorno al giardino interno – pavimentato a mosaico nero con tessere bianche.
Il mosaico del pavimento di una delle stanze (forse un cubiculum, cioè stanza da letto) raffigura un cervo. In un’altra sala, più ampia (forse un tablinum, cioè stanza di soggiorno aperta sul peristilio), il pavimento musivo era costituito da tessere bianche circondate da una semplicissima cornice nera.
Sovrapposto a quello del tablinum è infatti un altro pavimento con due figure di putti o amorini che pescano da due barche nella parte centrale, circondati da animali (un leprotto, capre, pecore, ecc. e due tigri) inseriti entro ottagoni; agli angoli quattro teste tra delfini.
L’iconografia ci fa dunque sapere che il vano fu adibito a oratorio cristiano (chiamato Oratorio della Pesca; m 12 x 6), cioè sala di adunanza dei fedeli della nuova religione, nel IV secolo.
Anche nella casa a nord di questa una stanza fu adibita a oratorio: si tratta del cosiddetto oratorio del Buon Pastore dall’abito singolare (m 11,20 x 6,20).

Il Buon Pastore indossa un abito di foggia orientale: una tunica perlacea manicata, con mantella purpurea e grembiale ricamato alla vita. Ai suoi piedi un vaso del latte, una capra ed una pecora che bruca l’erba.
La figura è inserita in un cerchio (intorno al quale corre un tralcio di vite in cui spiccano due fagiani e due pavoni), a sua volta inserito in un riquadro ai cui angoli sono i ritratti di 4 giovani donne raffiguranti le 4 stagioni.
A nord di questo oratorio sono stati trovati altri pavimenti: di uno in particolare è rimasta una piccola testa femminile (copia, l’originale è al museo), testimone di grande lusso e raffinatezza.

Fonte: http://www.comune.aquileia.ud.it

Vedi anche: http://www.fondazioneaquileia.it/area-it-fondo_cossar-10.html

Vedi anche: Luisa_Bertacchi_ai_fondi_ex_Cossar_innov

Vedi anche: Bonetto_Aquileia_FondiCossar_I.pdf

Vedi anche: Tecniche_costruttive_utilizzate_nelle_ca

Vedi anche: Trasformazioni_del_paesaggio_e_trasforma

Vedi anche: Ledilizia_privata_antica_di_Aquileia, di Jacopo Bonetto, in “L’architettura privata ad Aquileia in età romana“.

Vedi anche: Diana Dobreva, Beatrice Luise, I coperchi d anfora dagli scavi dei fondi ex Cossar  in “Quaderni Friulani di Archeologia” XXII/XXIII-2012-2013, pagg. 75 – 92

Vedi anche: Le_attivita_imprenditoriali_dei_Vettii, di Diana Dobreva, Maria Sutto.

Vedi anche: Aquileia. Fondi Cossar. Le monete, a cura di Michele Asolati e Andrea Stella.

Vedi anche: Cibi_e_ceramiche_nei_fondi_Cossar,  di Diana Dobreva, Anna Riccato in: AA.VV. L’alimentazione nell’antichità. Atti della XLVI Settimana di Studi Aquileiesi, a cura del Centro di Antichità AltoAdriatiche, Aquileia 2015 – Vol. LXXXIV

Vedi anche: La crisi del sistema di smaltimento delle acque ai Fondi Cossar, di Diana Dobreva, Guido Furlan, Irene Missaglia, Tra l’ordine e il caos: la crisi del sistema di smaltimento delle acque ad Aquileia attraverso i dati dello scavo dei Fondi Cossar, in  I sistemi di smaltimento delle acque di Aquileia nel mondo antico, in Antichità AltoAdriatiche – Vol. LXXXVII e Società Friulana di Archeologia, a cura di Maurizio Buora e Stefano Magnani, Editreg 2018

Vedi anche: La_casa_centrale_dei_fondi_ex_Cossar, di Vanessa Centola, Guido Furlan, Andrea Raffaele Ghiotto, Emanuele Madrigali, Caterina Previato, in L’architettura privata ad Aquileia in età romana, in Atti del Convegno di Studio, febbraio 2011 a Padova.
L’area archeologica dei fondi ex Cossar costituisce uno dei settori abitativi di maggiore interesse dell’intera Aquileia.
Al suo interno già gli scavi novecenteschi di G.B. Brusin avevano portato in luce i resti di almeno tre case romane di età imperiale, dotate di ricchi mosaici pavimentali, che furono restaurate e rese visitabili al pubblico negli anni Settanta.
La conoscenza approssimativa della suddivisione interna e dei limiti stessi delle abitazioni, il cattivo stato di conservazione dei mosaici e la sentita esigenza di una più compiuta opera di valorizzazione dell’antico complesso residenziale hanno recentemente determinato la ripresa delle indagini nell’area da parte dell’Università di Padova su incarico della Fondazione Aquileia. A questo fine si è ritenuto preferibile concentrare l’intervento sul solo settore centrale, nel quale è possibile riconoscere l’esistenza di un’unica grande abitazione, già nota con il nome di domus “della Scena di Pesca”.
Due sono le campagne di scavo sinora condotte nel corso del 2009 e del 2010.
Gli scavi sono stati diretti ed eseguiti da docenti, dottorandi, specializzandi e studenti del Dipartimento di Archeologia dell’Ateneo patavino, in convenzione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. Le indagini hanno riguardato sia il settore abitativo già in luce, con approfondimenti mirati nell’area della corte centrale e degli ambienti rivolti verso il vicino cardine stradale, sia la porzione occidentale della casa, sinora mai indagata in estensione e sita all’interno di un campo adiacente all’area archeologica, acquisito appositamente dalla Fondazione Aquileia.
L’area sottoposta ad indagine è venuta così a interessare una superficie assai vasta, all’interno delle mura cittadine, coincidente con una fascia dell’isolato abitativo compreso tra due assi stradali nordsud.
La presentazione offre una panoramica dei risultati ottenuti, corredata di puntualizzazioni cronologiche, di dati inediti relativi all’area di recente acquisizione e di alcune considerazioni preliminari sull’edificio.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza