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Dove oggi sorge il Duomo, c’era, nel XII secolo, una chiesa dedicata a San Girolamo; durante i lavori di scavo del 1964, è emersa la parte basamentale dell’abside che si presume fosse costituita da un’aula ad unica navata rettangolare, rivolta verso oriente e dall’abside semicircolare scandita all’esterno da paraste (fig. 1).
In seguito, il patriarca Bertoldo di Andechs – Merania (patriarca dal 1218 al 1251) fece erigere al suo posto un altro edificio più grande dedicandolo a Sant’Odorico (fig. 2).
A sua volta, il patriarca Gregorio di Montelongo (1251 – 1269), provvide a far ricostruire la chiesa che divenne un edificio a tre navate (fig. 3). La costruzione fu concepita secondo il tipo originale cistercense, con la pianta a T a tre navate e il transetto sporgente in latitudine rispetto all’aula, munito di una sola grande cappella centrale o abside che, a fianco ed all’esterno, aveva il battistero isolato. La facciata aveva una sola porta centrale ed un grandioso finestrone circolare che illuminava la corrispondente navata e due finestroni minori pure circolari per dar luce alle navate laterali (fig. 4).
La chiesa di Sant’Odorico divenne subito il maggior centro religioso della città: tutto il popolo di Udine doveva convenire ad essa tanto per le sepolture che per i battesimi e per gli altri sacramenti; anche nel patriarcato assunse subito grande importanza tanto che nel 1289 vi si tenne il sinodo del clero.
Il patriarca Bertrando di San Genesio (1334 – 1350), dopo aver fatto ampliare e decorare il Duomo, lo riconsacrò solennemente il 16 giugno 1335 dedicandolo a Santa Maria Maggiore.
A seguito dei danni provocati dal terremoto del 25 gennaio 1348, venne ricostruito il Battistero che rappresenta un singolare esempio di architettura gotica (fig. 5).
Nei decenni successivi si pose mano al restauro della facciata, decorandola con nuovi motivi secondo lo stile del tempo; in particolare si sostituì il grande finestrone circolare con un altro finestrone a raggio minore, inscrivendolo in un quadrato e munendolo di un’ampia strombatura decorata a ghiere. Vengono inscritti in quadrati anche i due rosoni corrispondenti alle navate laterali, uniti innestando tra loro un’elegante finta loggia a dodici archi trilobati e intrecciati. Sotto i due rosoni vennero aperte due finestre oblunghe (fig.6).
Alla fine del Trecento l’aumentata importanza della città e le maggiori esigenze del culto richiesero maggior decoro e più spazio per la creazione di nuovi altari; si decise, dunque, di ampliare il Duomo e di provvedere alla creazione di cappelle d’aprirsi nei muri laterali delle navate. Con il completamento delle ultime cappelle i cui muri arrivarono alla facciata, il Duomo assunse l’apparenza di edificio a 5 navate, non previste dalla sua architettura iniziale di modo che la facciata venne a perdere il suo dominio verticale per assumere quello orizzontale.
All’inizio del ‘700 i Manin promossero la ristrutturazione interna del Duomo, affidata a Domenico Rossi.

I PORTALI DELLA REDENZIONE E DELL’INCORONAZIONE
L’ingresso principale è incorniciato dal portale della Redenzione della prima metà del XIV secolo (figg. 7 e 8). Sormontato da una cuspide affiancata da pinnacoli, il portale presenta una lunetta istoriata raffigurante alcune scene della vita di Cristo accostate in maniera inusuale: in alto una mensola sostiene la scena dell’adorazione dei pastori, in una grande culla fatta di vimini intrecciati è disteso il bambino Gesù e gli fanno ala l’asinello e la mucca, dietro si ergono due pastori, un uomo e una donna; la donna tiene in mano un’anfora dalla superficie delicatamente decorata e l’altro la zampogna. In basso a destra è rappresentato l’agnello con l’aureola che inalbera lo stendardo crocifero con il drappo spiegato al vento con l’emblema della croce. E’ l’Agnus Dei, simbolo e figura di Cristo, che si immola per il genere umano. Al centro Gesù pende dalla croce sormontata dal cartiglio con le iniziali INRI in lettere gotiche. A sinistra Gesù risorge dal sepolcro, il coperchio si sta rovesciando ed il Redentore esce con la mano destra alzata e tre dita aperte, simbolo della Trinità, innalzando con la sinistra lo stendardo. Ai lati del sepolcro due legionari tengono, uno l’alabarda coprendosi il volto con l’elmo accecato dalla luce che emana il Redentore, l’altro è inginocchiato con la spada riversa: è la dimostrazione della divinità di Gesù trionfatore sulla morte.
Nel centro dell’architrave della porta è posto lo stemma della città di Udine, mentre nel timpano della ghimberga domina l’aquila patriarcale.
Sul lato nord vi è il portale dell’Incoronazione della Vergine (1395 – 1396) opera di uno scultore tedesco, caratterizzato da una ricca iconografia di santi apostoli, episodi della vita di Gesù e della Vergine. In particolare, sull’architrave, si svolge la scena dell’Infanzia di Gesù con tre episodi senza alcuna separazione. Nel primo episodio la Vergine inginocchiata appresta le prime cure al Bambino (privo di capo), accanto san Giuseppe in piedi sembra scaldi qualcosa in un braciere, dietro la culla stanno due pastori. Nel secondo episodio vi è l’adorazione dei Magi; nel terzo, Erode con lo scettro in mano ordina a due soldati armati di spada la strage degli innocenti, dietro è rappresentata la città di Gerusalemme. Al centro del timpano, un grande padiglione, dalle ampie pieghe sostenute da angeli, raccoglie la figura della Vergine e del Padre Eterno, seduti su di un grande cuscino sostenuto anch’esso da angeli. Il Padre Eterno, dai grandi baffi spioventi, pone la corona sopra la testa china della Vergine.

IL BATTISTERO, L’ARCA DEL BEATO BERTRANDO E IL CAMPANILE
Il Battistero fu istituito per volere del Beato Bertrando nel 1348 e rappresenta un singolare esempio di architettura gotica, insieme al portale d’ingresso; sono stati realizzati con diversi materiali lapidei che infondono purezza e linearismo alle forme.
L’interno del Battistero, completamente ristrutturato nel XVIII secolo, conserva la pregevole arca marmorea del Beato Bertrando, commissionata dal patriarca nel 1348 per la Basilica di Aquileia allo scopo di porvi le reliquie dei Santi Ermagora e Fortunato, protomartiri aquileiesi.
Il sarcofago fu trasportato nel duomo di Udine nel 1353, destinato a contenere le spoglie del Patriarca Bertrando morto nel 1350, da ciò ne assunse la denominazione. L’arca è sorretta da cinque statue di cui prevale l’identificazione con le Sante Vergini Martiri Aquileiesi Erasma, Tecla, Dorotea, Eufemia e S. Valentiniano. Sulla cassa sono disposti i bassorilievi con l’iconografia di Ermagora e Fortunato, ispirata al ciclo romanico di affreschi nella cripta della Basilica di Aquileia.
Sulla fronte sono scolpite tre scene: al centro S. Ermacora viene creato patriarca di Aquileia, a sinistra S. Ermacora predica ai fedeli, a destra, la deposizione nel sepolcro dei due martiri che è l’ultima scena di tutta la serie. La sequenza infatti procede dal centro della fronte e in senso orario verso sinistra; sulla parete laterale sinistra S. Ermacora amministra il battesimo alla famiglia di Gregorio cittadino aquileiese; sulla parete posteriore, da sinistra a destra, S. Ermacora in corcere esorcizza i demoni del figlio del carceriere, Flagellazione di S. Ermacora, Crocefissione di S. Ermacora,; sulla parete laterale destra infine, la Decollazione di S. Ermacora e di S. Fortunato. Il cornicione di coronamento ad eleganti foglie presenta sui lati lunghi i busti dei dodici apostoli, sui lati minori, quelli, forse, di quattro profeti; sugli angoli in alto sono raffigurati i simboli dei quattro evangelisti.
(da Scultura in Friuli. Il gotico, di Carlo Gaberschek, Udine 1981, p. 72)

Nella parte posteriore del presbiterio, vi è la cappella di San Nicolò, ricoperta dai resti di un ciclo dedicato alla vita del santo ed eseguito da Vitale da Bologna (1349) (vedi immagine in calce).
Il campanile, alto 48 m, venne eretto in laterizi dal 1441 al 1450 da Bartolomeo delle Cisterne e da Cristoforo da Milano, sopra l’antico Battistero. Verso sud-ovest si apre il portale ogivale trecentesco e, nel lato verso via Vittorio Veneto, si vedono le interessantissime statue dell’Annunziata e dell’angelo Gabriele della metà del ‘300, fra le quali è un finestrone con bella inferriata (figg. 12, 13 e 14) .

L’INTERNO
L’interno della cattedrale è interessato dall’aspetto fastoso barocco di cui spicca lo scenografico presbiterio con gli stalli lignei e il pregevole altare maggiore di Giuseppe Torretti (1718).
Nella cappella del Santissimo Sacramento si possono ammirare gli affreschi di Giambattista Tiepolo (1710), realizzati in soli dieci giorni, e la pala del Risorto. Le cappelle laterali sono tutte interessate da opere di artisti dei sec. XVI e XVIII (Giovanni Martini, Pellegrino da San Daniele, Pomponio Amalteo, G.B. Tieplo).

Info: museoduomoud@gmail.com,  telefono: 0432 506830

Bibliografia:
– Someda De Marco C., Il Duomo di Udine, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1970, pp. 15-72.
– AA.VV., Guida d’Italia – Friuli Venezia Giulia, Milano, Touring Club Italiano, 1982, pp. 281-2824e
http://www.cattedraleudine.it
http://www.medioevo.org/artemedievale/Pages/FriuliVeneziaGiulia/DuomodiUdine.html
La cattedrale di Udine e…10 cose da non perdere quando la visiti, foglietto guida del Museo del Duomo.

Vedi anche: https://guidartefvg.it/elenco/il-duomo-cattedrale-di-udine/

Vedi anche: Maria Beatrice Bertone, Hic locus est… Memorie e tracce del Beato Bertrando di Saint Genies nella Cattedrale di Udine, in Intorno al Patriarca Bertrando di Maria Beatrice Bertone, Forum, Udine 2010, pagg. 49-61,

Vedi anche: Serena Bagnarol, Le tavole del Beato Bertrando nel Museo del Duomo di Udine: un tentativo di ricostruzione iconografica, in Intorno al Patriarca Bertrando di Maria Beatrice Bertone, Forum, Udine 2010, pagg. 89-101,

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                          Duomo di Udine

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Cappella di San Nicolo’, Vitale da Bologna (1348)

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza